Sul caso della Digos alla commemorazione a Milano per Navalny si è espressa la Questura. A parlarne anche il ministro Piantedosi
La morte dell’attivista russo Navalny ha scosso le coscienze in tutt’Europa e non solo. A Mosca, la capitale della sua nazione, i fiori sono diventati il simbolo della commemorazione di ciò che ha fatto e di quanto ha simboleggiato fino all’ultimo giorno della sua vita, che si è drammaticamente conclusa in una colonia penale al di là del Circolo polare artico. Non solo in Russia, però, sono state organizzate delle manifestazioni: ecco cos’è successo a Milano.
Nella città meneghina, domenica 18 febbraio un gruppetto si è ritrovato sotto la targa di Anna Politkovskaya per onorare la memoria di Alexei Navalny. I manifestanti hanno deciso di portare dei fiori alla lapide che ricorda la giornalista russa uccisa a Mosca nel 2006 e di affiancare alla sua fotografia quella dell’attivista morto pochi giorni fa dopo tre anni di detenzione. Sul posto, però, sono arrivati anche tre agenti della Digos che hanno controllato ed identificato tutti i partecipanti alla manifestazione: ecco la risposta della Questura e di Piantedosi allo sdegno che questo ha causato.
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La Digos identifica i manifestanti al ricordo di Navalny
Il fatto che la Digos abbia chiesto i documenti ai manifestanti che, in modo del tutto pacifico, si sono ritrovati per celebrare il ricordo dell’attivista russo ha scatenato molte polemiche, sia nei cittadini che nei politici. A sollevare il caso sui social è stato Filippo Sensi, parlamentare del Partito Democratico: “Se per Piantedosi identificare persone che portano un fiore per Navalny è normale, prendere documenti e generalità non comprime le libertà personali, allora il problema non sono gli agenti e l’abuso di potere in uno Stato di diritto. Il problema è Piantedosi“.
Critiche anche dal resto delle opposizioni: a parlare, tra gli altri, anche Carlo Calenda di Azione e Angelo Bonelli di Europa Verde. Nelle ultime ore, però, hanno parlato sia la Questura di Milano che Piantedosi stesso.
Il parere della Questura
Dopo l’identificazione compiuta dagli agenti della Digos nei confronti dei manifestanti che hanno portato un fiore sulla targa di Anna Politkovskaya in commemorazione di Navalny, Matteo Piantedosi e la Questura han voluto parlare del proprio punto di vista. Secondo la ricostruzione apparsa in Questura, la commemorazione era stata regolarmente preavvisata mediante una e-mail inviata dal promotore: in questa, si parlava della presenza di pochissime persone e quindi di una manifestazione del tutto calma e tranquilla.
Domenica, però, gli agenti della Polizia sono passati come da prassi in corso Como e qui hanno visto un numero di partecipanti alla manifestazione decisamente maggiore rispetto a quanto segnalato in quella e-mail. Da qui, quindi, la volontà di identificare i venti partecipanti, secondo le loro dichiarazioni.
Piantedosi chiarisce
“L’identificazione delle persone è un’operazione che si fa normalmente nei dispositivi di sicurezza del territorio. Mi è stato riferito che il personale che aveva operato non avesse piena consapevolezza” ha detto il Ministro dell’Interno. Piantedosi ha poi aggiunto che anche a lui è successo di essere identificato e che questo non ha in alcun modo compresso le sue libertà personali.
Annaviva, l’associazione che si occupa di mantenere forte il ricordo della giornalista ucraina uccisa in Russia nel 2006, è tornata sul luogo proprio oggi pomeriggio alle 17. “I fiori sotto una targa per commemorare un defunto sono sempre un atto sovversivo e di grande disturbo dell’ordine pubblico. Si tratterà forse di allergia?” ha detto il responsabile.
Il commento di Tajani
A commentare l’identificazione dei manifestanti da parte della Digos anche Antonio Tajani, Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. “Normali operazioni di controllo” ha detto, in riferimento all’interrogazione dell’UE nei confronti dell’Italia per quanto accaduto a Milano.