Ennesima vittima al lago di Como, tra i sub. A perdere la vita è Fabio Mancini: solo una settimana fa si piangeva Elvira Mangini
Sale il bilancio delle vittime del lago di Como, per quanto riguarda i sub. Solo settimana scorsa, infatti, la comunità piangeva Elvira Mangini, una veterinaria in pensione appassionata di immersioni e addirittura istruttrice della materia. Poche ore fa una nuova vittima, Fabio Mancini: ingegnere 62enne di Cusnago, anche lui era esperto e pluribrevettato, eppure il lago non gli ha lasciato scampo.
Secondo la ricostruzione dei fatti, il sommozzatore si stava immergendo alle Macchine ma, a decine di metri di profondità, ha accusato un malore ed ha dovuto pallonare. Mancini è quindi tornato a galla ma, giunto in superficie, aveva già perso i sensi: i compagni l’hanno quindi portato a riva e hanno chiamato i soccorsi, ma per lui non c’è stato niente da fare.
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Nell’ultimo periodo, sono state cinque i sub che hanno perso la vita durante un’immersione al lago di Como. Domenica scorsa, come abbiamo già detto, non c’è stato niente da fare per Elvira Mangini, ex veterinaria milanese molto esperta della sua disciplina: dopo essersi immersa nella stessa zona di Mancini, sembra che abbia avuto un problema nella fase di risalita, durante la quale è precipitata verso il fondale ed è passata in pochi istanti da 40 a 70 metri di profondità. Una volta raggiunta la riva, grazie alle manovre di sicurezza da lei messe in atto, era già in condizioni critiche ed è deceduta poco dopo all’ospedale di Lecco.
Dinamica simile quella dell’incidente di Mancini che, trasportato d’urgenza in ambulanza presso l’ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, è morto poco dopo il ricovero e nonostante le lunghe manovre di rianimazione. A gennaio 2023 un incidente simile, sempre nello stesso identico punto, era costato la vita anche a Claudio Muratori, sub 58enne di Cambiago, mentre a novembre 2022 erano morti Marco Bordoni e Fabio Livio.
Se secondo i sub esperti queste morti si possono spiegare solamente con la statistica, per altri invece il problema riguarda il fatto che al di sotto dei 40 metri non esiste brevetto. Chi si avventura oltre quelle profondità, quindi, sa a cosa potrebbe andare incontro e conosce i rischi che corre. Alcuni esperti della materia suggeriscono quindi di installare a riva dei cartelli di pericolo, che sottolineino le norme da rispettare.
A commentare questo suggerimento il sindaco di Mandello, Riccardo Fasoli: “Ne valuteremo l’utilità. Quanti si immergono a simili profondità, tuttavia, conoscono il rischio e le procedure, sono preparati e non sarà un cartello a dissuaderli“.