Secondo l’indagine della Polizia Penitenziaria del carcere Beccaria di Milano, un operatore sportivo in servizio presso la casa circondariale nascondeva la droga da spacciare ai detenuti minorenni. Sequestrato quasi un etto di hashish
Un altro scandalo avvolge l’istituto penitenziario minorile di Milano, Cesare Beccaria. All’interno del carcere è stata sequestrata della droga, verosimilmente dell’hashish pronta per essere venduta ai giovani detenuti.
Ad introdurre la sostanza stupefacente all’interno delle mura della casa circondariale milanese un operatore esterno. Fermato e controllato dagli agenti della penitenziaria con addosso 93 grammi di droga. L’uomo dentro al carcere Beccaria svolgeva attività sportive in piscina con i minori reclusi.
L’operatore esterno del carcere minorile Beccaria di Milano è stato controllato lunedì scorso, 12 luglio 2024, dagli agenti della polizia penitenziaria in servizio nell’istituto penitenziari trovando addosso al bagnino quasi un etto di droga.
L’uomo portava l’hashish all’interno del carcere pronta – presumibilmente – per essere spacciata ai carcerati minorenni reclusi nel Beccaria di Milano. A darne notizia è la Federazione sindacati autonomi Cnpp.
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I poliziotti della penitenziaria del Beccaria, capitanati dal dirigente Daniele Alborghetti, hanno rinvenuto e sequestrato così 93 grammi di droga all’operatore esterno. Domenico Pelliccia, e Giuseppe Merola, rispettivamente segretario generale del sindacato e segretario nazionale, hanno espresso la loro più viva soddisfazione per il lavoro svolto dai colleghi.
I due sindacalisti, come riporta anche MilanoToday, scrivono in una nota: “La polizia penitenziaria è un sano ed efficiente apparato dello Stato, sempre pronto a salvaguardare la sicurezza e l’ordine della collettività e del sistema penitenziario tutto operando spesso in situazioni di criticità organiche e strutturali, ma sempre a difesa del proprio mandato istituzionale”.
Infine, Merola e Pelliccia concludono la comunicazione sottolineando: “Il Beccaria ha purtroppo vissuto dei difficili momenti passati, di varia natura dopo i fatti dei mesi scorsi, tra rivolte e arresti di agenti per presunte torture. Ma auspichiamo che le condizioni di lavoro e di vivibilità detentiva possano pian piano migliorare e far affermare l’Istituto, storicamente un baricentro di trattamento nelle attività di risocializzazione”.