Caporalato a Milano, sette operai su nove sono egiziani. Reclutamenti su Whatsapp e Facebook: scatta l’allarme

A Milano il settore dell’edilizia è in difficoltà. Caporalato e sfruttamento ancora troppo presente: reti tra parenti, amici e conoscenti

Una volta il caporalato consisteva in un furgoncino che, all’alba, andava a raccogliere gli operai e a scegliere quali sarebbero stati i “fortunati” che quel giorno avrebbero potuto lavorare e portarsi a casa qualche spicciolo, senza alcuna tutela né protezione. Oggi, invece, a Milano i caporali si muovono sui social media e sfruttano le reti di amici e parenti: il 60% dei lavoratori sfruttati, infatti, viene reclutato proprio online.

Allarme caporalato a Milano
Allarme caporalato a Milano: operai reclutati online (milano.cityrumors.it / ansafoto)

Il caporalato è un fenomeno che, mediante degli intermediari informali, reperisce manodopera senza tutele e a basso costo. Sono molti i cantieri e le opere edilizie portate a termine in questo modo e a farne le spese sono gli operai, mentre alle loro spalle chi gestisce quelle reti si arricchisce. A denunciare il caporalato che recluta online e sui social media è Alem Gracic, segretario generale della Filca Cisl Milano: ecco cosa sta succedendo.

Leggi anche – Milano, dalle analisi delle acque reflue del depuratore emerge il consumo di droga. Cosa succede tra giovedì e sabato sera

Leggi anche – In fiamme il carcere Beccaria: 5 agenti e 3 detenuti in ospedale per intossicazione. Cos’è successo nella notte

La rete tra amici e parenti

Ciò che i caporali hanno capito è che, soprattutto tra gli stranieri arrivati da poco in Italia, si creano delle reti di solidarietà estremamente compatte. Riuscire a penetrarvi, per esempio promettendo a uno di loro un lavoro serio e ben retribuito oppure semplicemente mostrandosi disponibili ad assumerli come operai, assicura al caporale l’accesso a una rete dalla quale può attingere un gran numero di lavoratori. Spesso, infatti, le vittime di caporalato reclutate online a Milano sono connazionali: sette operai su nove, tra le nuove assunzioni, sono egiziani.

Allarme caporalato a Milano
Allarme caporalato a Milano: operai reclutati online (milano.cityrumors.it / ansafoto)

I caporali, inoltre, riescono a penetrare nelle fragilità dei lavoratori, per esempio di quelli che devono ripagare i debiti del viaggio che hanno sostenuto per arrivare in Italia. Di fronte a questa esigenza, quindi, queste persone sarebbero disposte a tutto pur di riuscire a racimolare qualche soldo e proprio in questo punto di fatica si inserisce il reclutamento del caporale. “Alcuni non parlano la lingua e quasi nessuno conosce i propri diritti. Vogliono solo essere pagati, fine” spiega infatti Abouzhara Amed, un operatore sindacale.

Il nodo dei subappaltatori

Come spiega il sindacalista Kirolos Mina Khamis, le grandi aziende edili di Milano per la ricerca di nuovi operai non si muovono in prima persona ma si affidano a dei soggetti terzi, dei subappaltatori. Queste aziende lavorano semplicemente reclutando un gran numero di lavoratori e offrendoli alle aziende che glieli chiedono: l’obiettivo, oltre ad abbassare il costo del lavoro, è anche quello di evitare i problemi della gestione diretta come la formazione, l’amministrazione e soprattutto la gratificazione economica. “Un gioco al ribasso, che lascia nelle mani di pochi il destino di molti“,  conclude Gracic.

Gestione cookie