Inevitabilmente dopo la giornata di caos nei trasporti in Stazione Centrale, divampano le polemiche politiche che coinvolgono in prima battuta il ministro dei trasporti Matteo Salvini
Il guasto che ieri ha mandato completamente in tilt il traffico ferroviario da e per Milano per oltre otto ore, ha inevitabilmente provocato una violenta polemica con un vivacissimo contradditorio tra politica e sindacati.
I viaggiatori sono stati costretti a fare buon viso a cattiva sorte, in qualche caso rimandando il viaggio – perché il loro treno era stato cancellato o soppresso – o restando in stazione diverse ore di fronte a ritardi che sono stati anche di tre-quattro ore sui treni a lunga percorrenza.
È confermato che il guasto sulla linea elettrica, che si è verificato improvvisamente alle 7.48, è stato provocato dal pantografo difettoso di un treno in partenza che ha strappato i cavi dell’alimentazione, un problema reso ancora più grave da un ulteriore passaggio sulla stessa linea di un treno successivo che ha definitivamente tolto l’alimentazione su tutta la linea da e per Milano.
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Nessun attentato, come si era temuto in un primo momento. E otto ore di lavoro per i tecnici di RFI per ripristinare la circolazione ferroviaria sulle principali linee verso Genova, Venezia e Bologna – le più danneggiate – con ripercussioni su tutto il sistema ferroviario nazionale che è andato completamente in tilt.
Inutile il tentativo di Trenitalia di minimizzare. Quando alle 11 i malcapitati addetti al traffico impegnati in Stazione Centrale davanti ai passeggeri imbufaliti per ritardi superiori anche alle due ore, con cancellazioni e deviazioni su percorsi alternativi, parlavano si situazione che si sarebbe normalizzata in poco tempo, non si immaginava che la linea sarebbe stata ripristinata solo alle 16.
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E di qui sono divampate le polemiche. Perché se da una parte la lista di treni colpiti dai disagi è stata dettagliata e tempestiva dall’altra nessuno si immaginava una tale ripercussione anche a distanza di centinaia di chilometri con le stazioni di Bologna, Firenze, Venezia e Roma duramente impattate dal problema di Milano.
Il vox populi raccolto in Stazione Centrale evidenza molti problemi: “Non siamo stati informati subito. Siamo rimasti bloccati senza sapere quando avremmo potuto partire” ha raccontato una delle tante viaggiatrici che attendeva inutilmente il suo treno per andare a Torino. Il treno arrivava da Venezia ed è rimasto a sua volta bloccato.
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Molte polemiche anche sulla questione rimborsi: perché Trenitalia in modo per la verità piuttosto tardivo si è decisa a ufficializzare le modalità di rimborso per le persone che, con il biglietto in mano non sono potute partire, solo parecchie ore dopo che molti passeggeri avevano già lasciato la Stazione Centrale a causa della cancellazione del proprio convoglio.
Il guasto ha scatenato un acceso dibattito politico. La leader del PD Elly Schlein è stata molto dura nei confronti di Salvini: “Matteo Salvini è il peggior ministro dei Trasporti della storia. La manutenzione e la gestione delle infrastrutture ferroviarie sono allo sbando. E il ministro anziché tentare di espandere le sue mire politiche – ha detto la segretaria piddina riferendosi alle voci di un Salvini interessato al Viminale – farebbe meglio a occuparsi di quello che non riesce in alcun modo a far funzionare. Altro che ponte sullo stretto… qui c’è gente che rimane a piedi…”
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Anche Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha criticato l’operato di Salvini: “È troppo distratto da altre questioni. Il sistema ferroviario ha bisogno di priorità reali, non di slogan. Gli chiediamo di presentarsi in Parlamento e di spiegare, dettagliatamente cosa è accaduto e di chi sono le responsabilità…”
In una nota ufficiale, il Ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha replicato: “Stiamo lavorando per risolvere i problemi cronici della rete ferroviaria, ereditati da gestioni precedenti. Nel 2025 arriveranno 875 nuovi treni, tra cui 46 Frecciarossa, e abbiamo attivato oltre 1.200 cantieri.”
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Anche la segreteria della Lega, il partito di Salvini, ha inoltre difeso il ministro, affermando che i disagi sono “l’eredità di decenni di cattiva gestione precedente e che il governo sta lavorando per risolverli”
Anche i sindacati hanno preso posizione. Alberto Russo, portavoce dell’Assemblea Nazionale dei lavoratori manutentori, ha sottolineato che la riduzione dei budget sul personale tecnico di RFI è la causa principale di un intervento forse troppo tardivo e lungo: “I tagli sui servizi di pronto intervento stanno avendo conseguenze devastanti. Il guasto di Milano ne è un esempio lampante.”
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Luca Beccalli, segretario lombardo dell’Orsa, ha aggiunto che in particolare al nord le linee ferroviarie sono sottodimensionate rispetto alle esigenze del traffico: “Il sistema è al limite. C’è una combinazione di carenza di personale e congestione nelle stazioni che peggiora la situazione.”
In un comunicato, Maurizio Landini, segretario generale della CGIL, ha rincarato la dose: “Questo episodio dimostra quanto sia urgente un piano straordinario di investimenti nelle infrastrutture ferroviarie e nel personale. Non possiamo continuare a sacrificare la sicurezza e l’efficienza su binari obsoleti.”
Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia-Romagna, ha chiesto un intervento di carattere più generale e strutturale: “L’Italia ha bisogno di un piano nazionale per modernizzare le infrastrutture e prevenire disagi di questa portata. Non possiamo permetterci di perdere la fiducia dei cittadini nei trasporti pubblici.”
Trenitalia anche per tutta la giornata di oggi ha offerto assistenza ai passeggeri danneggiati dalla giornata. Si parla di migliaia di persone che chiederanno rimborsi che la principale compagnia ferroviaria nazionale ha confermato che saranno gestiti nel modo più rapido possibile.