Sta meglio la bimba di tre anni investita ieri sulle strisce pedonali da un SUV, il conducente – arrestato dopo essersi dato alla fuga, è un dirigente comunale, ora agli arresti domiciliari.
Resta agli arresti domiciliari l’uomo di 63 anni, milanese e incensurato, fermato ieri dopo l’incidente avvenuto in piazza Durante – a Milano – nel corso del quale una bambina di tre anni è stata investita mentre sul passeggino spinto dalla mamma attraversava sulle strisce pedonali.
Le sue condizioni dopo tanta paura sono migliorate, nessuna conseguenza per la mamma, una donna di 31 anni di origine bengalese, rimasta illesa.
Ci saranno invece conseguenze, sicuramente molto serie, per l’uomo alla guida dell’auto, un dirigente del comune di Milano, 63 anni, che non si è fermato e si è dato alla fuga.
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La bambina ha riportato lievi ferite, tra cui escoriazioni e un trauma al volto, ed è stata curata in codice giallo al pronto soccorso. È stata dimessa ed è già a casa.
Il dirigente comunale invece è stato rintracciato e arrestato dalla Polizia locale qualche ora più tardi mentre si trovava in via Melchiorre Gioia sempre a bordo della sua auto. Dalle immagini acquisite dagli uomini della polizia e dei vigili urbani che hanno aperto le indagini, pare si sia reso conto dell’impatto. Tanto da fermarsi pochi istanti dopo la svolta, eseguita a velocità troppo sostenuta. Per poi ripartire.
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Un incidente molto simile a quello avvenuto la settimana scorsa in viale Serra e costato la vita a una mamma, centrata in pieno da un camion mentre attraversava, con il verde e sulle strisce insieme ai suoi due gemellini di 18 mesi, fortunatamente illesi.
La Polizia ha utilizzato le immagini di una dashcam di un’altra auto per ricostruire l’accaduto. Dalle riprese e da ulteriori analisi è emerso che, dopo l’incidente, l’uomo ha guidato contromano e attraversato un semaforo rosso nel tentativo di fuggire.
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“È stata una reazione istintiva, mi sono spaventato e sono andato nel mio vecchio ufficio di lavoro,” avrebbe dichiarato il dirigente comunale durante l’interrogatorio nel tentativo di giustificarsi.
Durante l’udienza avvenuta quesa mattina per direttissima, il giudice Franco Cantù Rajnoldi ha convalidato il fermo per l’uomo disponendo la misura cautelare degli arresti domiciliari. Il magistrato ha evidenziato la “grave e pericolosa insensibilità” dimostrata dal conducente del SUV con conseguenze che potevano essere gravissime.
Il dirigente, attualmente sospeso dal Comune di Milano per motivi disciplinari che nulla hanno a che fare con questo incidente, si è giustificato ammettendo l’accaduto: “Ero sotto stress psicologico per una crisi familiare, ero sovrappensiero. Non mi sono accorto che avevo preso un passeggino, ho sentito solo un botto e ho avuto paura. Faccio mea culpa”.
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L’uomo ha inoltre dichiarato di essere tornato sul luogo dell’incidente dopo circa due ore, mentre la Polizia sta ancora effettuando i rilievi: “Pensavo non ci fossero state conseguenza, ma quando sono ripassato sul luogo dell’incidente ho iniziato a temere che potesse essere accaduto qualcosa di più grave” ha aggiunto.
Il dirigente adesso è accusato di lesioni stradali e omissione di soccorso. Il viceprocuratore onorario ha evidenziato le “dichiarazioni contraddittorie” dell’uomo e la sua consapevolezza dell’incidente. La difesa sostiene che si sia trattato di un evento eccezionale e che l’imputato non si fosse reso conto della gravità della situazione sottolineando il fatto che l’uomo non ha mai dovuto sostenere alcuna accusa di rilievo penale.
Il processo nei confronti del dirigente inizierà il 15 gennaio. Nel frattempo, l’uomo si è dichiarato disponibile a risarcire i danni e a intraprendere un percorso con i servizi sociali.