Beppe Sala sulla morte di Ramy Elgaml: “Un brutto segnale…”

Il sindaco di Milano Beppe Sala ha commentato la diffusione del nuovo video dell’inseguimento da parte dei Carabinieri che a novembre ha portato alla morte di Ramy Elgaml, perplessità sull’operazione anche da parte dell’ex capo della Polizia Franco Gabrielli

Lo sviluppo delle indagini sulla morte di Ramy Elgaml, tra l’acquisizione di dichiarazioni da parte di nuovi testimoni e di video anticipati e pubblicati proprio in questi ultimi giorni sono uno dei temi di dibattito più significativi a Milano in questi ultimi giorni.

Beppe Sala su Ramy Elgaml
Beppe Sala, sindaco di Milano – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

Sull’argomento è intervenuto in queste ultime ore anche il sindaco di Milano Beppe Sala che ha espresso preoccupazione dopo avere visto le immagini, diffuse da alcune agenzie e dai principali notiziari, che ipotizzano un atteggiamento non appropriato da parte dei Carabinieri coinvolti nell’inseguimento che ha portato alla morte di Ramy Elgaml. 

Sala Ramy: le dichiarazioni del sindaco di Milano Beppe Sala

Intervenendo a margine di un evento al centro Sammartini, Beppe Sala ha definito il video dell’inseguimento “un brutto segnale”, sottolineando l’importanza di attendere l’esito delle perizie e delle indagini in moco che la giustizia faccia il suo corso nel modo più legittimo e autorevole.

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Tuttavia le parole di Sala evidenziano preoccupazione: “È un brutto segnale brutto, non c’è dubbio. Ma attendiamo che la giustizia faccia il suo corso – ha dichiarato il sindaco anche perché al momento abbiamo molte ipotesi, tante illazioni e solo una mezza verità. L’altra metà arriverà quando i giudici si saranno espressi dopo avere preso atto di tutti i fatti”.

Sala e il padre di Ramy Elgaml

Durante l’incontro con la famiglia, Sala ha ribadito che chiunque abbia sbagliato deve pagare per le proprie azioni. Il sindaco di Milano ha anche lodato l’atteggiamento del padre di Ramy, definendolo impeccabile: “Ho molto apprezzato il suo essere collaborativo, in un momento di dolore devastante, avere chiamato tutte le persone che avrebbero voluto alzare il tono delle discussioni a un dibattito civile. Ha sempre mantenuto un tono estremamente maturo. L’ho molto apprezzato davvero…”

Manifestazioni di piazza

Nel frattempo, sono state organizzate due nuove manifestazioni per chiedere verità e giustizia. La prima è in programma oggi in piazza XXIV Maggio, promossa dal collettivo Rebelot, con la partecipazione di realtà come il Cantiere e Spazio Mutuo Soccorso, il timore ovviamente è quello di nuovi disordini come quelli che si sono verificati il giorno dopo la morte di Ramy.

La seconda manifestazione è inveve prevista per sabato 11 gennaio in piazza San Babila, organizzata dal Coordinamento antirazzista. Entrambe le iniziative sottolineano la necessità di fare chiarezza sui fatti che hanno portato alla morte di Ramy e al ferimento del suo amico.

Sala Ramy: possibile accusa di omicidio con dolo eventuale

Con la diffusione del video che mostra le fasi culminanti del tragico inseguimento, la procura sta valutando se riqualificare l’accusa per il carabiniere alla guida della pattuglia coinvolta che dalle ultime immagini potrebbe avere speronato in almeno due occasioni il motorino dei due ragazzi in fuga.

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Se le responsabilità dei militari dovessero essere accertate l’accusa potrebbe farsi più grave, da omicidio stradale a omicidio con dolo eventuale, portando con sé implicazioni legali più pesanti.

La vicenda ha sollevato molte polemiche, specialmente sull’eventualità di un “insabbiamento” delle responsabilità. Ma in questo caso dovrà essere dimostrato che almeno uno dei militari coinvolti avrebbe chiesto ad alcuni testimoni che avrebbero filmato l’accaduto di cancellare il video dal loro telefonino.

Gabrielli: “Un inseguimento gestito in modo sbagliato”

Anche l’ex capo della polizia Franco Gabrielli, ora delegato alla sicurezza del Comune di Milano, ha criticato apertamente le modalità dell’inseguimento. Gabrielli ha sottolineato l’importanza della proporzionalità nelle azioni delle forze dell’ordine: “Non posso mettere una persona in pericolo solo per fermarla mentre scappa. Non è questo l’atteggiamento corretto, e possiamo parlare sicuramente di condotta non appropriata…”

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Gabrielli tuttavia ha anche difeso l’integrità delle forze di polizia: “L’indagine vede l’arma dei Carabinieri coinvolta in primo piano, le immagini del video sono state fornite dall’Arma stessa. Ma se davvero siamo di fronte a un comportamento errato che implica un reato non ci possono essere atteggiamenti di dubbio o di mancata applicazione delle regole. Gli eccessi vanno perseguiti, perché integrano reati.

Il tema dell’integrazione

Franco Gabrielli ha anche affrontato il tema dell’integrazione, evidenziando come l’assenza di politiche strutturate rischi di trasformare situazioni di esclusione sociale in derive di illegalità: “Gli episodi di disordini avvenuti al Corvetto dopo la morte di Ramy saranno solo acqua fresca rispetto a ciò che potrebbe accadere in futuro senza interventi mirati con politiche serie e strutturate di integrazione reale”.

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Gabrielli ha poi rincarato la dose: “Denuncio da tempo come in questo paese il tema dell’integrazione non sia stato affrontato. Sembra che l’unico tasto da mettere in evidenza sia quello dell’immigrazione clandestina ma qui ci sono migliaia di persone che hanno scelto di stare nel nostro paese e che vivono una condizione di esclusione che poi li spinge verso irregolarità e antagonismo. E questo è un motivo di preoccupazione non locale ma nazionale…”

Espulsi dopo gli insulti all’Italia

Pochi giorni fa durante i festeggiamenti di Capodanno alcuni giovani che in piazza Duomo avevano pubblicato video insultando l’Italia e le forze di Polizia, video poi diventati virali, sono stati identificati e fermati. In un secondo momento sono stati rimpatriati. Erano irregolarmente in Italia e uno di loro, con precedenti penali, era già stato soggetto a espulsione dal territorio nazionale.

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