Spunta un nuovo video cheporta alla luce dettagli significativi sulla morte di Ramy Elgaml, il 19enne deceduto la notte del 24 novembre 2024 in via Quaranta, a Milano, durante un inseguimento con i carabinieri
“Chiudilo, che cade…”. E subito dopo “Vaff…. Non è caduto”. Alla fine del video, quando Ramy Elgaml e Fares Bouzidi che era alla guida del motorino, si schiantano si sente nitidamente la voce di uno dei militari che quasi esulta… “Sono caduti, bene”.
È la sintesi estremamente drammatica di un video montato dalle immagini di una videocamera di sorveglianza comunale e della dashcam di una delle volanti coinvolte nell’inseguimento. Che ora è diventato di dominio pubblico…
La morte di Ramy, nuovi sviluppi
L’inchiesta coordinata dalla Procura di Milano è ancora in corso e punta a chiarire le dinamiche dello schianto, in cui sono coinvolti il conducente del motorino, Fares Bouzidi, e tre militari. I nuovi elementi emersi potrebbero complicare la tesi difensiva dei carabinieri e stanno suscitando un notevole dibattiti su quanto è accaduto.
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Le immagini acquisite dagli inquirenti mostrano gli ultimi attimi della fuga. Il motorino guidato da Fares Bouzidi, con Ramy Elgaml come passeggero, viene inseguito da un paio di volanti. Le immagini sono abbastanza chiare.
Le fasi dell’inseguimento
Sembra esserci un contatto tra la prima macchina dei militari e il T-Max in fuga. Poi all’altezza dell’incrocio tra via Ripamonti e via Quaranta, il motorino perde il controllo e va a sbattere contro il marciapiede. Ramy, che aveva perso il casco poco prima cade a terra pesantemente. Morirà poco dopo il ricovero al Policlinico.
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La fuga ha avuto inizio in via Moscova, dove il motorino viene intercettato da una prima volante. Nei frame della dashcam si nota uno scontro iniziale all’altezza di via Lovanio: la Giulietta dei carabinieri si avvicina lateralmente al motorino, facendolo barcollar nel tentativo di sbilanciarlo. Ma Bouzidi, che era alla guida, riesce a mantenere il controllo e prosegue. L’inseguimento continua attraversando diverse vie centrali di Milano, come piazza Cavour, Porta Venezia e viale Bianca Maria.
In viale Regina Margherita, Bouzidi sterza improvvisamente verso via Besana: è qui che Ramy perde il casco. Nonostante il tentativo della volante di anticipare il tragitto dello scooter entrando contromano in via della Commenda, il TMax riesce a mantenere il vantaggio, fino al tragico epilogo in via Quaranta.
La morte di Ramy, le ipotesi degli inquirenti
L’inchiesta, guidata dal pm Marco Cirigliano, vede indagati sia Fares Bouzidi, accusato di omicidio stradale e resistenza a pubblico ufficiale, sia i tre carabinieri, tutti indagati per omicidio colposo. Gli inquirenti stanno analizzando i video per determinare se vi sia stato un contatto diretto tra la Giulietta e il motorino prima dello schianto. Secondo la ricostruzione dei video il contatto sembra esserci. Ma non chiariscono se sia stato un impatto accidentale e non un tentativo di speronamento volontario.
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Un elemento cruciale è rappresentato dalle testimonianze, inclusa quella di un passante che avrebbe filmato parte dell’incidente. Secondo le accuse, due carabinieri avrebbero chiesto al testimone di cancellare il video, circostanza che attualmente è al vaglio della Procura.
L’inchiesta va avanti
La pubblicazione dei video ha scatenato un acceso dibattito pubblico. Gli amici di Ramy e alcune comunità locali hanno organizzato manifestazioni per chiedere giustizia, denunciando l’eccessivo uso della forza durante l’inseguimento. I militari coinvolti, dal canto loro, hanno dichiarato che l’intervento era giustificato dalla fuga di Bouzidi, il quale – inseguito dopo un furto – aveva ignorato l’alt dei militari.
Nel quartiere, intanto, il livello di tensione resta piuttosto alto, soprattutto dopo i disordini immediatamente successivo all’incidente mortale.