Baby Gang a processo: l’esito dell’appello contro il trapper accusato di rapina

Arriva a una svolta la vicenda processuale che vede al centro delle attenzioni della magistratura il trapper Baby Gang accusato di rapina

Baby Gang è un nome molto noto tra gli appassionati di musica giovane. Trapper tra i più affermati della scena italiana Baby Gang, il cui vero nome è Zaccaria Mouhib, ha fatto notizia con i suoi problemi di carattere legale e penale almeno quanto con i suoi successi che dadiversi anni hanno costituiscono un impatto rilevante sul mercato musicale italiano.

Baby Gang
Baby Gang in tribunale durante una delle sue ultime udienze – Credits ANSA (milano.cityrumors.it)

Lunedì il trapper è comparso alla sbarra al tribunale di Milano nel processo d’appello in cui doveva rispondere di un’accusa di rapina.

Baby Gang e l’accusa di rapina

Condannato in primo grado a 4 anni e 10 mesi di detenzione per una rapina avvenuta a Vignate nel luglio del 2021, il giudice lo ha assolto con formula piena per non avere commesso il fatto. Sentenza dunque completamente ribaltata nei confronti del trapper, 23 anni, in cui avvocati hanno dimostrato la sua totale estraneità ai fatti.

Secondo i documenti presentati ai giudici dal suo legale Niccolò Vecchioni, Baby Gang-Mouhib non era nemmeno a Milano il giorno di quella rapina. Ma a Rimini.

La sentenza arriva pochi giorni dopo la scarcerazione del musicista che vanta un seguito di milioni di ammiratori sui social e che, nonostante un lungo periodo di detenzione, era comunque riuscito a produrre musica ottenendo un paio di rarissimi permessi persino per potersi esibire. Il tribunale del riesame gli aveva già concesso di fare ritorno a casa in attesa del processo di appello che lo vede oggi assolto.

In libertà per un concerto

Lo scorso anno, grazie alla decisione di un giudice, Baby Gang era riuscito a raggiungere il suo amico e mentore Lazza in un concerto tenuto davanti a decine di migliaia di persone all’Ippodromo di Milano. Il tempo di cantare alcune canzoni davanti alla folla per poi tornare agli arresti domiciliari. A seguito delle sentenze precedenti Baby Gang era tenuto a rispettare un Daspo che gli impediva l’accesso al territorio comunale di Milano.

Un momento di ritorno alla normalità per Baby Gang che era alle prese con due distinti processi e accuse gravissime.

La sparatoria in Corso Como

All’accusa per la rapina di Vignate del 2021, dalla quale Mouhib è uscito assolto dopo detenzione e una prima condanna molto pesante, si aggiunge però Q un secondo processo con un’ulteriore condanna in primo grado a 5 anni e due mesi di reclusione per una sparatoria avvenuta nella notte tra il due e il 3 luglio 2022 nella zona di corso Como, a poca distanza dalla discoteca Tocqueville, nella quale due persone erano rimaste ferite da colpi di arma da fuoco.

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Per quello che sembrava essere un regolamento di conti dopo una discussione Baby Gang era stato giudicato colpevole. E anche in questo caso il trapper aveva presentato appello. L’udienza è attesa a giorni.

L’avvocato di Zaccaria Mouhib si è detto molto soddisfatto dell’esito della sentenza: “Gli elementi su cui poggiavano i capi d’accusa erano lacunosi – ha detto il legale del trapper – c’è voluto tempo ma alla fine siamo riusciti a dimostrare al di là di ogni ragionevole dubbio l’estraneità di Zaccaria a questo episodio. Non possiamo che essere molto soddisfatti dell’esito del processo che riabilita sotto ogni aspetto il mio cliente…”

Chi è Baby Gang

Nel panorama musicale italiano, il nome Baby Gang è diventato sinonimo di controversia. Nato nel 2001, il trapper è cresciuto in un contesto socio-economico difficile nei sobborghi di Milano.

Baby Gang
Assoluzione per Baby Gang da un’accusa di rapina

Figlio di immigrati marocchini, Zaccaria ha vissuto una realtà segnata dalla povertà e dalla marginalizzazione sociale. Un background che ha fortemente influenzato la sua musica, caratterizzata da testi crudi e realisti che raccontano la vita di strada e le difficoltà affrontate dai giovani nelle periferie italiane.

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La sua prima popolarità arriva nel 2018 grazie a una serie di singoli pubblicati su YouTube in modo autonomo e autoprodotto. In poco tempo Baby Gang si guadagna la stima di molti colleghi, il rispetto ma anche una crescente credibilità di carattere commerciale che lo porta sempre più spesso in classifica.

I problemi con la giustizia

Il tutto nonostante una vita costellata da frequenti problemi con la giustizia e da alcuni eccessi dettati da vita di strade e amicizie anche pericolose dalle quali evidentemente il trapper non riesce a separarsi completamente.

Molte le accuse: lesioni, aggressioni, furto, rapina di fronte alle quali Baby Gang si è sempre dichiarato innocente e vittima di pregiudizi e discriminazioni.

I problemi giudiziari di Baby Gang hanno diviso l’opinione pubblica. Da una parte, c’è chi lo vede come un prodotto delle sue circostanze, un giovane che ha dovuto fare i conti con un sistema sociale ed economico che offre poche opportunità. Dall’altra, ci sono critici che lo accusano di glorificare la criminalità e di essere un cattivo esempio per i giovani fan.

L’ultimo disco

La famiglia di Baby Gang ha giocato un ruolo significativo nella sua vita. Nonostante le difficoltà economiche e le tensioni, la sua famiglia è stata un punto di riferimento importante. Zaccaria ha avuto i primi problemi con la giustizia a 12, 13 anni. Piccoli furti, risse che lo portano prima in una casa famiglia e poi al Beccaria di Milano. A soli 15 anni viene arrestato per aggressione e lesioni a pubblico ufficiale durante una rissa con un agente di polizia. Zaccaria si difende il professandosi vittima di un episodio di violenza ma il giudice conferma l’arresto che gli costa due mesi nel carcere minorile di Bologna.

Al momento ha pubblicato tre dischi il terzo, l’Angelo del Male, scritto quasi completamente durante il suo ultimo e lungo periodo di detenzione ha visto anche la collaborazione di Blanco e Marracash che hanno registrato con lui il singolo Adrenalina, tuttora in classifica.

Al momento oltre al processo per la sparatoria di corso Como deve rispondere di un’ulteriore denuncia formalizzata il 20 gennaio scorso che lo vede tra i responsabili del ferimento di una persona colpita da alcuni proiettili esplosi da una pistola ad aria compressa.

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