E’ un vero e proprio fenomeno delinquenziale che sta dilagando sui treni della Lombardia quello delle baby gang che massacrano di botte e derubano coetanei. I dati impressionanti di Polfer
Viene preso di mira un ragazzo qualsiasi sin dall’inizio del viaggio verso casa. L’assalto della baby gang di turno può arrivare indifferentemente su un qualsiasi treno in partenza da Milano Centrale, Porta Garibaldi o anche da altre province come Monza Brianza o l’hinterland milanese.
L’importante, per il branco è che il giovane sia solo. Ancor meglio se questo ha l’aria di un “debole”. Basta un’occhiata alla gang per capire tutto ciò e agire di conseguenza, come un branco di piccole bestie che insieme azzannano la preda. L’approccio adottato è sempre identico e molto simile a quello già visto e rivisto nel centro di Monza, per esempio, quando in due casi, i baby criminali hanno accerchiato un giovanissimo per derubarlo e malmenarlo. Quello che cambia, ora, rispetto a prima è la location usata: i treni.
Violenza in aumento sui treni della Lombardia
Agiscono soprattutto dopo le 14.00, orario di rientro da scuola. Ma anche nelle fasce pomeridiane e pre-serali. Si appostano nella stazione scelta e attendono, a volte seguono già da prima, la loro “preda” , è sempre un ragazzino minore solo. Così la baby gang si muove insieme, entra in azione e circonda la vittima senza lasciarle via di fuga.
Iniziano sempre con una finta richiesta di informazioni oppure una sigaretta o pochi euro. L’approccio è spavaldo, sono solitamente in sei o sette ragazzi, poco più grandi della vittima, sembrano italiani ma hanno origini nordafricane. Il ragazzino di turno braccato, vive attimi di puro terrore. In un attimo i delinquenti infilano le mani nello zaino, nelle tasche del giubotto o dei pantaloni alla ricerca del portafogli, occhiali da sole, telefonini e tutto quello che possono rubare, anche un paio di auricolari.
Non c’è bisogno di alzare le mani, il ragazzo è pietrificato dalla paura e dunque rimane immobile e lascia che i malviventi lo derubano. Ma se reagisce il furto si trasforma in rapina e la vittima viene picchiata violentemente. Derubato il giovane, il branco si allontana indisturbato.
Denunce raddoppiate
La maggior parte delle vittime spesso non presenta neanche denuncia alla polizia ferroviaria seppur quest’anno, nei bilanci di fine anno, il numero di querele sono raddoppiate. Ma l’idea è che comunque molto rimanga taciuto per omertà e paura. Nell’ultimo report della polizia ferroviaria (Polfer) il bilancio racconta di 1.028 treni scortati nel 2023, a fronte dei 902 del 2022. Inoltre, come riporta anche il Giorno:
“Sono 27.408 le persone identificate, di cui 8.866 stranieri. Due arresti nel 2023 a fronte dei 7 nel 2022. Le persone denunciate sono 40; 14 stranieri indagati perché in posizione irregolare sul territorio nazionale, 9,93 chilogrammi di costanza stupefacente sequestrata (nel 2022 erano oltre 34), 15 contravvenzioni al regolamento di polizia ferroviaria e, appunto, 43 denunce ricevute. Il doppio di quelle ricevute nel 2022″.
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I reati maggiormente denunciati in stazione
I reati denunciati sono diversi: dai furti alle rapine alle aggressioni fisiche, ma anche atti vandalici o semplicemente irregolarità sul territorio italiano. Ogni giorno la vita nelle stazioni ferroviarie della Lombardia si complica sempre di più e gli agenti della Polfer fanno di tutto per prevenire o tamponare la violenza, ma non è semplice.
Solo nel mese scorso, una giovane di 19 anni era stata aggredita sulle scale del sottopassaggio alla stazione ferroviaria di Monza. L’avevano seguita e palpeggiata nelle parti intime. L’intervento tempestivo della polizia aveva permesso di arrestare un giovane egiziano.
Stessa scena solo pochi mesi prima, quando una studentessa di Medicina era stata vittima di un’aggressione simile avvenuta all’alba mentre la ragazza stava andando a prendere il treno. Si è salvata grazie alle proprie forze riuscendo a scappare in tempo dal suo aggressore.