Il mistero sull’aereo che nell’ottobre del 2021 precipitò a San Donato e in cui persero la vita 9 persone tra cui il magnate Petrescu si infittisce ancora di più. Arrivano i primi risultati della superperizia sul velivolo
Anche Parigi, dopo Bucarest, apre un fascicolo per decidere sulla eredità del magnate romeno Dan Petrescu, il miliardario che morì, insieme ad altre otto persone, due dei quali francesi, nel suo aereo da turismo schiantatosi a San Donato Milanese il 7 ottobre del 2021.
Come la Romania, anche la Francia però si è immediatamente fermata in attesa della relazione finale che spieghi ufficialmente cosa abbia provocato l’incidente aereo. La relazione finale sulla perizia effettuata sul velivolo dai periti tecnici nei giorni scorsi è stata sollecitata dal titolare delle indagini, il pubblico ministero Paolo Filippini.
La superperizia
La relazione finale sulla superperizia dell’aereo da turismo precipitato dovrebbe arrivare dall’agenzia internazionale della sicurezza sui voli, a cui spetta l’ultima parola in merito alle cause che hanno portato alla tragedia dell’ottobre di quasi tre anni fa. La perizia, congiunta al documento che è già in mano la procura di Milano, dovrà poi essere allegato alla chiusura indagini, attesa ormai da più di un anno.
I risultati della superperizia verranno messi agli atti dalla procura milanese e poi inoltrati sia in Romania che in Francia. Dal fronte romeno, secondo le indiscrezioni che sono giunte, così come riporta anche il Giorno, l’incidente aereo sarebbe stato causato da un errore umano. Il magnate romeno Dan Petrescu, considerato l’uomo più ricco della Romania, avrebbe commesso alcune distrazioni fatali perdendo il comando del velivolo uscito dal radar prima di precipitare.
“Nessun guasto in volo”
Nella tragedia aerea nessuno delle 9 persone che erano a bordo è riuscito a salvarsi. Secondo gli accertamenti eseguiti dai periti non ci sarebbe stato nessun guasto in volo riconducibile al velivolo. Nel momento che verrà ufficializzato l’errore umano, il pm di Milano richiederà di archiviare il caso perché chi ha “causato colposamente l’incidente è deceduto”.
Quello che continuerà sarà solo il fronte civile ovvero i risarcimenti ai parenti delle vittime e, successivamente, la divisione dell’eredità dell’imprenditore miliardario sulla quale già si prospetta una lunga battaglia legale.
Il patrimonio di Dan Petrescu
L’immenso lascito del magnate romeno Dan Petrescu ammonterebbe a circa tre miliardi di euro. Patrimonio che spetterebbe in realtà solo all’unica erede legittima, la 96enne madre di Petrescu ma, in realtà il patrimonio è conteso anche dai manager delle aziende dell’imprenditore facoltoso.
In modo particolare dal braccio destro del magnate, una donna. A lei e agli altri, si aggiungo anche i parenti legittimi degli altri deceduti con Petrescu quel giorno del 7 ottobre. A bordo dell’aereo con l’imprenditore c’erano anche la moglie di questo, la 65enne Regina Dorotea Balzat Petrescu con cittadinanza francese; il figlio di 30 anni, Dan Stefan, nato a Monaco di Baviera.
Le restanti vittime erano amici di famiglia: il 32enne italiano Filippo Nascimbene, originario della provincia di Pavia, la moglie di questo, Claire Alexandrescou, cittadina francese, e il figlio di soli due anni Raphael. In ultimo, la nonna del piccolo Raphael, Miruna Lozinschi, e un amico del figlio di Petrescu, il canadese Julien Brossard.
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La dinamica dell’incidente
L’aereo era partito da Milano con destinazione Olbia. Ma l’intera comitiva non è mai arrivata in Sardegna. Il velivolo si schiantò nei pressi di San Donato. Le cause dell’incidente avrebbero dovuto essere svelate dall’analisi delle scatola nera ma recuperata poco dopo il dramma, consulenti, pm, periti e avvocati avevano però dovuto prendere atto che i dati trovati in memoria erano fermi a molti mesi prima.
Da qui era sorta la necessità di una superperizia richiesta dall’agenzia internazionale dei voli. La dinamica della tragedia era parsa chiara sin dai primi attimi. Appena tre minuti dopo il decollo da Linate, l’aereo, un Pilatus Pc-12, raggiunta l’altezza di circa 3.500-4.000 piedi aveva continuato in modo anomalo a virare verso destra.
Dalla sala radar l’anomalia al mezzo era stata subito accertata e i tecnici avrebbero contattato immediatamente il pilota, ovvero Dan Petrescu il quale avrebbe risposto che stava effettuando una “deviazione” chiedendo successivamente anche spazio e coordinate per rientrare all’aeroporto. Il magnate romeno ai comandi dell’aereo turistico, però, non riferì quale fosse il problema ed è per questo che in sala radar non sarebbe mai giunta la segnalazione di allarme. Troppo tardi dopo per riuscire a invertire la rotta dell’aereo e il velivolo si schiantò fatalmente.