Adescava i ragazzini facendosi inviare video porno, poi li ricattava sessualmente. Arrestato pedofilo a Brescia

Prima li avvicinava con l’inganno facendosi inviare foto e filmati pedopornografici. Successivamente li ricattava con incontri privati a sfondo sessuale, pena la pubblicazione del materiale sui social. Nella rete di un pedofilo di Brescia diversi minorenni

E’ stato finalmente fermato e arrestato a Brescia un uomo, presunto pedofilo originario pachistano per aver adescato dei minori in reto facendosi inviare foto e video a sfondo sessuale con loro come protagonisti.

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Arrestato pedofilo a Brescia. Ecco come adescava i minori e li minacciava (milano.cityrumors.it)

Una volta ricevuto il materiale pornografico, l’uomo minacciava i ragazzini dicendo loro che avrebbe pubblicato tutte le foto e i filmati se non si fossero sottomessi a un incontro sessuale privato con lui.

L’arresto del pedofilo

Dopo aver inoltrato all’uomo, presunto pedofilo pachistano ma residente a Brescia, video e foto a sfondo sessuale, i ragazzini si sono rifiutati di incontrarlo come l’uomo aveva chiesto sotto minaccia.

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Arrestato a Brescia Pedofilo. Il modus operandi usato (ansa) milanocityrumors.it

In particolare, esasperata dalla brutta vicenda, una delle vittime minorenni lo ha denunciato recandosi presso la Questura di Brescia. Da lì è partita l’indagine della Squadra mobile Bresciana che ha portato, poco dopo, al fermo e all’arresto dell’uomo di origini pachistane.

Ora il presunto pedofilo è accusato di tentata violenza sessuale ai danni di minori, tentativo di atti sessuali con minorenne, detenzione di materiale pedopornografico, minaccia e atti persecutori. Il giudice per le indagini preliminari di Brescia, come misura cautelare, ha previsto la detenzione in carcere dell’uomo.

Come riconoscere un pedofilo

Secondo il report stilato sul fenomeno della pedofilia in Italia da “114- Emergenza Infanzia con la collaborazione di Telefono Azzurro”, occorre ricordare che il fenomeno della pedofilia non è un fenomeno unitario. Dietro a questo termine possono configurarsi scenari differenti che è necessario indagare, al fine di individuare le specifiche caratteristiche di queste persone, in modo da poter predisporre le più efficaci azioni di prevenzione e di cura.

Ma, seppur la categoria dei pedofili non sia omogenea, diverse ricerche dimostrano che è possibile individuare un profilo ricorrente e, dunque, stare alla larga da tali individui:

  • nella maggior parte dei casi i pedofili sono di sesso maschile;
  • l’attrazione sessuale verso i bambini inizia a manifestarsi nel corso dell’adolescenza e della prima età adulta;
  • nel 50-60% dei casi, alla diagnosi di pedofilia si affianca quella di abuso di sostanze;
  • nel 50-70% dei casi, alla diagnosi di pedofilia si accompagna quella di un’altra para filia, intesa come disturbo della sfera sessuale (es. esibizionismo, voyeurismo, sadismo);
  • si collocano generalmente nella fascia di età compresa tra i 40 e i 70 anni;
  • non presentano marcati deficit cognitivi ma mostrano buone capacità di pianificazione dei propri comportamenti ;
  • fanno raramente ricorso all’uso della forza o di armi per coinvolgere bambini/adolescenti in atti sessuali, ma ricorrono piuttosto a forme più sottili (es. toccamenti inappropriati);
  • molestano soggetti di entrambi i sessi e principalmente vittime conosciute; 
  • tendono a giustificare e/o minimizzare il loro comportamento.

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Il modus operandi usato online

Secondo quanto riportato da “Quaderno Pedofilia”, il pedofilo online adotta un modus operandi che ripete sempre con le sue vittime. Questo è, nella maggior parte delle volte, costituito in sei punti, fondamentali da conoscere se si vuole proteggere il proprio figlio o un minore in generale.

  1. Formazione dell’amicizia: fase in cui, a seguito del primo contatto, l’abusante inizia ad instaurare un rapporto con il minore e, nella maggior parte dei casi, si fa inviare una sua foto (anche non sessualmente esplicita); per fare ciò l’adulto può fingersi una donna, modificare la propria età, inventare un lavoro che preveda l’invio di foto e video (ad esempio, talent scout di modelle/i).
  2. Formazione del rapporto di fiducia: il pedofilo inizia a manipolare il minore al fine di instaurare un rapporto di fiducia e comincia a carpire informazioni sulla sua vita privata.
  3. Valutazione del rischio: l’adulto inizia ad indagare sulle possibilità di essere scoperto, interrogando il minore sulla posizione del computer in casa, sulla presenza in casa dei genitori e sugli eventuali controlli da parte loro.
  4. Fase della relazione esclusiva: è in questa fase che inizia la vera manipolazione del ragazzino, in cui l’adulto cerca di creare una situazione di intimità per indurlo a confidarsi e poi procedere con l’abuso.
  5. Fase sessuale: in quest’ultima fase, l’adulto sta conversando in chat con il minore potrebbe cambiare conversazione e incoraggiare la vittima a commettere atti sessuali su di sé e descrivergli cosa sta facendo. Oppure incoraggiarlo a praticare autoerotismo davanti ad una webcam, inviare al ragazzino immagini sessualmente esplicite e chiedergli di inviarne a sua volta. Infine, assumere un atteggiamento minaccioso, ridicolizzante o molesto nei confronti del bambino per indurlo a fare quello che gli dice. In ultimo, chiedere un appuntamento per incontrare il minore di persona con scopi sessuali.
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