Prima è stato picchiato e insultato in classe da un compagno, poi bocciato a fine anno. Il doppio trauma subito da un 15enne di Pavia. Il motivo dei docenti: “Ha saltato troppe lezioni”
Pestato di botte in classe da un compagno, bullizzato e ora deve pure ripetere l’anno scolastico. Un doppio trauma per un alunno di 15 anni, affetto anche da una disabilità intellettiva, che per l’intero anno accademico ha dovuto subire le umiliazioni e le botte da un compagno al punto tale da provocargli attacchi di panico violenti da non poter frequentare la scuola.
Un vero incubo che inizia a novembre scorso 2023, quando il 15enne viene preso di mira da uno studente di qualche anno più grande. Le aggressioni avvenivano all’interno dell’Istituto Apolf, scuola professionale che prepara i giovani a entrare nel mondo della ristorazione a Pavia.
La ricostruzione dei fatti
Secondo quanto riportato anche da Il Giorno, la mattina dell’aggressione a scuola, la zia del 15enne riceve una telefonata dai docenti del nipote i quali le comunicano che lo studente “ha avuto un diverbio con un compagno”. La donna si presenta immediatamente in classe del nipote e lo trova da solo con la testa china sul banco, nausea, dolori e un bernoccolo sulla nuca.
Così la zia lo porta al pronto soccorso dell’ospedale San Matteo di Pavia dove viene trattenuto in osservazione per qualche ora. Trascorrono 7 mesi da quel pestaggio. Mesi in cui la famiglia della vittima si è rivolta a un avvocato per chiedere chiarimenti alla dirigenza della scuola, comunicando una imminente azione legale. Ma qui le versioni di quanto accaduto quella mattina sono due.
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Le due ipotesi contrastanti
Secondo la versione riferita dall’insegnante quel giorno in classe non si sarebbe accorta della lite tra i due compagni di classe perché voltata dall’altra parte. Mentre, secondo un’altra ipotesi il pestaggio sarebbe avvenuto nel cambio d’ora. Al di là di come sia avvenuta l’aggressione, la famiglia del 15enne ritiene che la vicenda abbia provocato all’adolescente gravi danni non solo fisici ma soprattutto morali.
La paura di quanto accaduto non gli è passata e ad oggi assume ancora farmaci ed è seguito da uno psicologo. La madre del 15enne dichiara a il Giorno: “Mio figlio è vivo per miracolo, questa storia poteva finire molto peggio di così”. Inoltre, la madre e il padre del ragazzino hanno aggiunto anche che per evitare al figlio un’ulteriore umiliazione, avevano chiesto alla scuola la didattica a distanza (Dad). Possibilità che, alla fine, non è stata concessa dall’Istituto scolastico.
Intanto, i due tentativi di reinserimento in classe dell’alunno non sono andati a buon fine: appena varcata la soglia di scuola il 15enne veniva colto da attacchi di panico. Il direttore della scuola, Piero Iannelo, ha detto: “Mi dispiace per la situazione che si è creata. Ritengo che ci fossero le condizioni perché lo rientrasse in classe. Abbiamo fatto il possibile per agevolare il suo ritorno”.
“Nessuna richiesta formale per la Dad”
Il dirigente scolastico conclude dicendo: “Stiamo preparando una relazione per rispondere al legale della famiglia del giovane. Sulla didattica a distanza non è però mai pervenuta una richiesta formale: comunque avremmo potuto organizzarla per un periodo limitato”.
Purtroppo, quest’anno gli alunni iscritti al primo anno delle superiori nella provincia Pavese sono stati molti ad essere stati vittima di bullismo. Qualcuno ha cambiato istituto. Alcuni hanno provato a resistere, incrociando le dita sulle assenze accumulate a seguito delle aggressioni in classe. Ma uno di loro non c’è riuscito. L’alunno ha perso un anno di scuola, ma qui l’unico sconfitto non è il 15enne, bensì l’Istituto.