Banca cinese abusiva: 1,2 milioni di euro sequestrati dalla Gdf. Tre arresti e 21 indagati

La maxi operazione della Guardia di Finanza a Brescia ha portato all’arresto tre persone e indagate 21. La banca abusiva raccoglieva il denaro dai cittadini cinesi, sequestrati 1 milione e 200 mila euro

Era a tutti gli effetti una banca ma abusiva con diverse filiali locali dislocate sul territorio nazionale. Dall’attività bancaria i gestori raccoglievano i soldi presso i cittadini di origine cinese che vivevano in diverse parti d’Italia e utilizzavano la liquidità in modo particolare nel settore delle fatture false, con trasferimenti di denaro dall’Italia alla Cine tramite applicazioni informatiche crittografate.

banca cinese
Banca cinese abusiva, sequestrati 1,2milioni di euro. Arrestate 3 persone e indagati 21 soggetti. L’operazione della Guardia di Finanza a Brescia (ansa) milano.cityrumors.it

Ma non solo, adoperato anche il sistema  “Fei Chen”, che permette il trasferimento di contanti su base fiduciaria. La banca cinese abusiva è stata smantellata dalle fiamme gialle di Brescia in coordinamento al servizio centrale di investigazione sulla criminalità organizzata.

L’operazione della Gdf

L’indagine degli uomini della Guardia di Finanza è partita nel novembre del 2022 e ha permesso di portare a galla l’esistenza di un’associazione per delinquere, composta da 21 soggetti e ramificata su tutto il territorio nazionale, la quale, nello svolgere un’attività bancaria abusiva presso gli hub in uso al predetto sodalizio, ha offerto un vero e proprio ”pacchetto di servizi”.

'ndrangheta
Banca cinese abusiva, sequestrati 1,2milioni di euro. Arrestate 3 persone e indagati 21 soggetti. L’operazione della Guardia di Finanza a Brescia (ansa) milano.cityrumors.it

La maxi operazione ha visto la partecipazione dei militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata della Guardia di Finanza che nelle province di Brescia, Bergamo, Milano, Cremona, Pistoia, Verona, Bolzano, Reggio Emilia, Prato e Udine, hanno eseguito un provvedimento di perquisizione emesso dalla Procura di Brescia nei confronti di 31 soggetti divisi in 21 persone fisiche e 10 entità giuridiche.

Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di associazione per delinquere, prestazione abusiva di servizi di pagamento, autoriciclaggio e riciclaggio, il tutto aggravato dalla transnazionalità del reato poiché il denaro veniva inviato dall’Italia alla Cina. Le Fiamme Gialle hanno così sequestrato oltre 1 milione e 200mila euro in contanti, 6 Rolex, decine di cellulari e 5 macchinette “conta soldi”.

Come funzionava la truffa

Dalle indagini investigative si è scoperta la dinamica della truffa. In particolare veniva riutilizzato il denaro contante raccolto presso la comunità cinese residente in Italia e una volta raccolta la liquidità nelle varie “filiali locali”, questa veniva usata per colmare le esigenze di monetizzazione del settore delle fatture false, i cui pagamenti sarebbero già stati precedentemente immessi nel circuito finanziario oggetto d’indagine e, di conseguenza, fatta circolare nell’economia nazionale bypassando il presidio antiriciclaggio.

Nello specifico, dopo la raccolta dei soldi contanti effettuata presso i propri connazionali, con l’obiettivo di trasferire il denaro in Cina con la garanzia dell’anonimato, gli associati ricorrevano a 2 modalità per il trasferimento del denaro: una era basata sull’utilizzo di applicazioni informatiche crittografate, l’altra, invece, sulle caratteristiche tipiche del sistema ”Fei Chen’‘ che consente di trasferire i soldi non tracciati su base fiduciaria.

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Gli arresti

Alla fine delle operazioni di sequestro eseguite dai finanzieri, sono stati arrestati in flagranza di reato tre persone di nazionalità cinese accusati di riciclaggio. Mentre, altri 4 persone, sempre cittadini cinesi sono stati denunciati per esercizio di giochi d’azzardo, riciclaggio e  ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato.

L’attività di polizia giudiziaria ha, dunque, portato alla luce un nuovo fenomeno riciclatorio che vede in alcuni cittadini cinesi il principale interlocutore. L’attività di raccolta e di trasferimento di denaro svolta dai soggetti avrebbe determinato la creazione, su tutto il territorio nazionale, di banche cinesi abusive le quali, utilizzando canali finanziari paralleli, aggirano il sistema di prevenzione antiriciclaggio, eludendone i presidi previsti.

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