Alfabeto della Vita Digitale: F come Fake News

Se ne parla tantissimo, sui giornali come nei talk show televisivi, in Rete sui social network così come nelle aule universitarie: le Fake News sono uno degli argomenti più presenti e discussi sui mass media digitali contemporanei, proprio quei media cioè che usiamo tutti i giorni per condurre la nostra vita di cittadini e cittadine moderni, tecnologici e socializzanti.
Le Notizie False, perché anche in italiano il senso delle parole non cambia, sono sempre esistite e sempre sono state usate per screditare, infangare, deviare l’attenzione, insomma condizionare il pubblico nei confronti di fatti o persone. Il loro potere e la loro minaccia è presente nelle società umane sviluppate fin dagli albori della Storia. Per millenni si sono prodotte notizie false con qualche fine strategico e nello stesso tempo si è cercato il modo di superarle e arginarle, contenerne i danni.

Orson Welles nel 1938 lesse una celebre e provocatoria falsa notizia alla radio americana, che molti degli ascoltatori credettero vera.

Ma ciò che caratterizza le fake news contemporanee, quelle dell’era digitale e della Rete, quelle che sono (giustamente) viste come minacce mortali alla democrazia e alla convivenza civile, sono la velocità e la riproducibilità elettronica, due elementi che da qualità dell’informazione digitale si possono facilmente trasformare in ostacoli concreti alla circolazione della verità: chiunque può rilanciare e condividere qualunque cosa, farlo in modo istantaneo e senza che alcun filtro professionale o regolatore lo possa fermare. La potenza della Rete si trasforma così da risorsa a minaccia. Ed il problema è complesso perché si deve equilibrare la natura libera e aperta di Internet con la responsabilità di permettere una comunicazione etica ed ecologica, priva cioè di menzogne e doppi sensi, e dunque in qualche modo regolamentata. Ma, si sa, gli internauti sono refrattari alle regole.

Questa fake news impiega una vecchia foto, ricollocandola nel presente, per creare una falsa notizia sui venditori irregolari a Barcellona nel giorno dell’attentato sulle ramblas del 2017.

Dati questi elementi complessi e di difficile conciliazione, diventa ancora più necessario, per arginare le notizie false, che la consapevolezza e il controllo partano dai navigatori stessi del web, dalle persone che costituiscono la Rete. Anche in questo ambito non è l’imposizione delle regole la chiave per la soluzione dei problemi, bensì la consapevolezza che nasce dalla conoscenza e dall’educazione. Se infatti il pubblico che si muove sul web e utilizza i social network si impegna ad utilizzare certe regole di comportamento e di azione rispetto alla lettura e alla condivisione delle notizie, il sistema si potrà davvero autoregolare con più efficacia che con la repressione e la censura. Ancora più che nella vita reale, i comportamenti e le scelte che facciamo online determinano la qualità dell’ambiente stesso nel quale ci troviamo. Se non accettiamo passivamente le notizie false, non le diffondiamo, cerchiamo (e paghiamo se serve) la qualità, allora le notizie false tenderanno ad avere meno effetto ed anche a scomparire. Ma la consapevolezza, presupposto della libertà individuale, richiede sempre un po’ di attenzione ed anche di fatica.

Fake news contro alcuni rappresentanti istituzionali, apparsa nel 2017, tutta costruita sulla sovrapposizione di una frase (urlata) ad una foto presa in un contesto differente da quello citato.

Le notizie false si possono riconoscere, nella maggior parte dei casi, con una certa facilità, basta volerlo ed essere educati a farlo. E’ la rete stessa, con le sue risorse digitali positive e orientate alla conoscenza e alla collaborazione, che ci fornisce gli strumenti per individuare e fermare le fake news.
Infatti tenendo presenti alcune semplici regole e sfruttando alcuni siti e web based application (quei programmi che si utilizzano direttamente sul sito web online), risulta abbastanza facile proteggersi dalle notizie false. Certo, bisogna volerlo e affrontare quella poca fatica che ci richiede diventare un consumatore e un cittadino più attivo e attento all’ambiente mediatico nel quale vive e comunica.

Vediamo come ci si deve comportare davanti ad una notizia per comprendere se una notizia è falsa o almeno contiene degli elementi menzogneri.

1) Controllare l’indirizzo web o il profilo del social dal quale proviene la notizia per vedere se si tratta di una testata seria o di un utente certificato e attendibile. Per un giornale online vanno valutati l’home page con il tipo di notizie che offre; il genere di titoli che utilizza, se tendono a spettacolarizzare; la scelta delle foto che pubblica; la necessità di cliccare su link successivi per poter terminare la lettura dell’articolo. Nel caso dei social lo si capisce dalle foto di profilo utilizzata, dagli amici/contatti che l’utente ha, dal tenore dei post e dei commenti che ha condiviso.
Pagine o account ambigui, che appaiano improntati alla ricerca dei contatti, dei click, o chiaramente schierati per una parte politica o economica, devo metterci in allerta perché più facilmente in questi casi le notizie che ci vengono proposte potrebbero essere false.
Nel controllare le pagine di provenienza è importante verificare se sono riconducibili a particolari istituzioni o aziende che ne potrebbero determinare in senso non obiettivo i contenuti. Le semplici informazioni del “chi siamo” possono essere utili e se non ci sono non è un buon segno. Ricordiamoci allora che i nomi di chi ha registrato un sito sono tutti disponibili sul servizio Whois del registro Internet.

2) Fate particolare attenzione alle immagini. Infatti in un’epoca nella quale la grande maggioranza dei contenuti presenti sul web è in forma visiva e le foto accompagnano immancabilmente i testi, saper gestire la comunicazione per immagini è molto importante, la chiave spesso per comprendere le reali intenzioni di chi comunica. Spesso le fake news sono poi interamente costruite su di una immagine, che può essere creata dal nulla, modificata con il fotoritocco o più sottilmente decontestualizzata, cioè tolta dal proprio ambiente originale di comunicazione e messa in un altro contesto, dove può assumere significati diversi da quelli originali, anche diametralmente opposti.
Per individuare le immagini fasulle sono molto utili due operazioni, entrambe semplici da effettuare sul web. La prima è verificare la “storia” dell’immagine in questione. Per fare questo basta inserire l’indirizzo web dell’immagine o caricare l’immagine stessa su siti come Tineye.com, che ci svelano tutti i luoghi Internet nei quali quell’immagine è comparsa, quando e come. Un servizio simile è offerto anche dalla funzione Google Reverse Search.

La seconda operazione è, quando si hanno dei dubbi, la verifica delle eventuali modificazioni digitali presenti nell’immagine che ci troviamo davanti. Anche in questo caso ci sono diverse opzioni, tra le quali spicca per funzioni e approccio FotoForensics, in grado di mostrare i pixel delle immagini che sono state sottoposte ad alterazioni digitali.
Unendo questi due elementi, storia della foto e svelamento delle parti non originali, si è in grado di scoprire ogni tentativo di inganno che venga fatto modificando le immagini.

3)Attenti ai robot, che poi in questo caso si chiamano per la precisione bot, che gestiscono account e pagine. Quei siti dove sono poche le notizie presenti, ci sono molti link e banner, o quegli account dove sono in pochi a seguire, con un numero esagerato di post prodotti su uno stesso argomento, probabilmente nascono da un bot e non da persone o redazioni. E’ utile riconoscerli ed evitarli.

4) Per quanto riguarda i social network, alcune piattaforme forniscono un servizio per riconoscere più facilmente account affidabili da quelli che non lo sono. I vari “bollini” o segni di spunta che ad esempio Facebook e Twitter impiegano (un cerchietto blu), servono proprio a questo. Implica che sono siti certificati, dunque riconducibili a redazioni o soggetti responsabili di ciò che viene pubblicato. Un punto di partenza facile per poter capire se ciò che stiamo seguendo è vero.

5) Per chi ha voglia di fare qualcosa di più che semplicemente difendersi, ma comprendere da dove e come arriva una fake news, per poterla eventualmente anche svelare ad altri e così disinnescarla non solo per se stessi ma anche per migliorare l’ambiente mediatico di tutti, c’è la possibilità di compiere tre azioni utili. La prima è la verifica vera e propria delle fonti, cioè andare a controllare effettivamente chi ha pubblicato per primo l’informazione che si vuol controllare; la seconda è la ricerca dello stesso argomento che crea dubbio su siti e account differenti e affidabili per comprovarne la veridicità o meno; la terza è la consultazione di quei siti dedicati proprio a svelare e divulgare tutte quelle notizie che sono risultate false, veri e propri fact-checker online, come in Italia Bufale.net.

 

 

 

 

 

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