Il Milan affronta l’ultima parte della preparazione atletica estiva. I rossoneri si recano negli USA: tutti i segreti della Pingry School.
Il Milan è negli Stati Uniti. La squadra di Fonseca affronterà l’ultima fase del ritiro precampionato in America. Una scelta precisa a fronte di temperature diverse e condizioni rinnovate. Le strutture sono al massimo, tutto è pronto per nuovi carichi di lavoro e organizzazione per le amichevoli più blasonate.
Anche al fine di misurare la condizione atletica, fisica e tecnica di un gruppo che si sta conoscendo. I cambiamenti non sono molti, ma i ruoli chiave hanno personalità diverse che devono amalgamarsi con il resto della squadra. La scelta del Diavolo è semplice: si guarda agli USA anche per mostrare interesse verso le proprietà di Cardinale che in America ha fra i maggiori investimenti del proprio pacchetto azionario.
Milan, dove si svolge il ritiro americano
Una scelta a metà fra necessità e virtù. Il Milan deve allenarsi e Cardinale ha bisogno di esportare il brand rossonero. Dove? Precisamente alla Pingry School. Una vera e propria eccellenza nel cuore degli Stati Uniti. Nasce come un liceo privato, ma in realtà è molto di più. Un vero e proprio campus dove gli studenti, in inverno, si formano, maturano e crescono fra studio e sport.
Approfondimenti per la mente e duri allenamenti per il corpo. Questo il mantra che il Milan cercherà di fare proprio. Stanze attrezzate, palestre e campi da calcio e rugby per allenarsi. C’è stato anche Franco Baresi. Difensore e ora dirigente rossonero che, nel ’94, ha sperimentato l’ebrezza di correre su quell’erba.
Alla scoperta della Pingry School
Un vero e proprio fiore all’occhiello per la cultura americana. Struttura che costa, ad allievo, 50mila euro in tutto. Ogni anno questa è la retta di partenza. Il resto è consequenziale. Alla Pingry School si sono formate tutte le più grandi menti della società e dello sport americano.
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Questo è sufficiente come biglietto da visita, volendo però spingersi oltre è possibile determinare che in quegli stessi spazi dove oggi scorrazzano Morata e Leao sono già stati – oltre a Baresi – i rappresentanti di Manchester United, Uruguay, Ecuador e Canada. Non proprio un posto qualsiasi.