Rafael Leao è ospite a Che Tempo Che Fa. Il calciatore del Milan, oltre a parlare del suo libro, racconta un curioso retroscena con Ibra.
Rafael Leao toglie gli scarpini e mette l’orologio buono. Quello dei momenti da ricordare. Il contesto lo permette. Lo studio di Che Tempo Che Fa lo aspetta: il calciatore presenta il suo primo libro – edito da Piemme – dal titolo “Smile”. Un sorriso che non sfiorisce nemmeno quando smette di fare ciò che ama. Il calciatore.
Quando non gioca Leao è un ragazzo come tanti: giovane, emozionato e simpatico. Quello che serve per fare la differenza. La simpatia emerge anche all’interno dello studio di Fazio dove racconta aneddoti particolari legati alla sua infanzia e giovinezza. Quel che traspare – e non è cosa da poco visto il periodo di sfarzo e possibilità che offre il calcio moderno – è l’umiltà di un ragazzo che non sembra aver dimenticato da dove arriva. I tempi in cui faceva una vita normale.
Leao, il rapporto con l’Italia
Quando l’unica e sola ricchezza che contava erano le persone care che aveva a fianco. È ancora così, ma naturalmente, da quando gioca nel Milan ed è arrivato in Italia è cambiata la popolarità e le aspettative si sono alzate. Oggi si aspettano tutti che Leao faccia la differenza: in campo la fa, ma ha imparato (e non è poco neanche questo) a gestire la popolarità fuori dagli spogliatoi.
In campo determinante, fuori presente. Ecco perchè la faccia pulita fa la differenza: mostra un giovane capace di tutto, ma in particolare di essere equilibrato. La capacità di andare oltre le apparenze lui l’ha sempre dimostrata. In primis quando parla di razzismo: “Non finirà mai – ammette da Fazio – ma noi dobbiamo combattere” e poi anche quando affronta il discorso relativo ai compagni di squadra.
“Fratello Ibra”
“Mi hanno fatto immediatamente sentire a casa”. È grato a molte persone Leao, ma in particolare a Paolo Maldini: l’uomo che per primo ha creduto in lui in Italia e l’ha portato in rossonero. Lo vede e vive quasi come un padre: “Ciao, Paolo” – gli dice – con gli occhi lucidi guardando alla telecamera.
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Poi arriva il momento di Ibrahimovic: “Com’è Ibra?” – chiede Fazio – e Leao subito precisa che lo vede come un fratello maggiore: “Ho avuto la fortuna di giocarci insieme – racconta – ma anche da dirigente non mi molla mai. È sempre un riferimento per me e il Milan, la società ha fatto bene a richiamarlo”. Sobrio, puntuale e mai eccessivamente scontato. Leao si dimostra un risolutore: in campo e davanti alla telecamera. L’importante è lasciare il segno: il portoghese ce l’ha fatta anche stavolta, solo con uno “Smile”.