Calciomercato Inter, la sessione estiva si chiude con le solite certezze e qualche novità: non sono mancati i colpi ‘alla Marotta’.
Se di mercato si deve parlare, allora l’Inter il primo grande colpo dell’estate l’ha fatto cambiando la società: fuori Zhang, dentro Oaktree. L’ex proprietario dei nerazzurri passa la mano per insolvenza e il fondo americano si prende i nerazzurri. A cui aveva prestato finanziamenti nell’anno del tricolore e la seconda stella.
L’aveva fatto anche prima, ma ora il tempo delle elargizioni è finito. Serve programmazione, verità e chiarezza. Dunque Marotta passa dall’essere Amministratore Delegato a Presidente del nuovo corso nerazzurro. Oaktree garantisce continuità con il passato e intende portare ancora l’Inter a vincere. Ci sono, inevitabilmente, delle cose da sistemare per evitare il peggio.
Calciomercato Inter, l’analisi della sessione estiva
Nessuno ha più parlato di fallimento dopo che gli americani hanno assicurato la gestione della società. Allora, se rifondazione deve essere, il mercato si fa con quel che già c’è. L’Inter – in questa sessione estiva – non ha fatto altro che riconfermare i pezzi da novanta. Il primo è stato Simone Inzaghi, con un rinnovo da top manager, il secondo è stato Lautaro Martinez arrivando ad essere uno degli attaccanti più pagati della Serie A.
Insieme a Victor Osimhen, ma l’attaccante del Napoli è finito fuori rosa. Lautaro, invece, gioca, segna e conquista. Dallo Scudetto alla Copa America, non fa differenza. Uno che, invece, cambia gli equilibri in campo – non come il Toro, ma quasi – è Nicolò Barella. Anche lui rinnovato a cifre importanti. Altro atto importante sul mercato è stato quello di tenere lontano dalle tentazioni arabe e inglesi Hakan Calhanoglu.
Da Taremi a Palacios, tutti i colpi messi a segno
Il turco ha scongiurato l’addio: le sirene della Bundesliga, dopo Regno Unito e Arabia, si erano fatte insistenti. Il calciatore ha detto no, convinto anche da Marotta sulla bontà e solidità del progetto nerazzurro. In entrata, invece, le operazioni sono state molto più caute: a parametro zero sono arrivati Taremi e Zieliinski, operazioni su cui c’è l’etichetta di Beppe Marotta ovunque.
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Seguono Martinez (Josep) dal Genoa e Palacios (comprato all’ultimo per fare il rincalzo di difesa). Importanti sono stati i riscatti di Frattesi, Carlos Augusto e Arnautovic. Insomma, in un’estate movimentata Beppe Marotta – cambiando ruolo – è riuscito a non vendere nessuno dei pezzi pregiati (Thuram preso a zero lo scorso anno è un colpo che vale ancora oggi) puntellando la rosa con innesti mirati senza andare a intaccare la sostenibilità del club. È riuscito a rimanere stabile in mezzo al caos (organizzato) societario. L’Inter resta la squadra da battere.