Milano-Cortina 2026 tiene banco anche ad Atreju. Il Ministro dello Sport Abodi ha precisato che la pista da bob sarà in Italia.
Atreju, al centro anche lo sport. Alla kermesse di Fratelli D’Italia, che si tiene ogni anno con le personalità più importanti di politica, sociale e sport, stavolta è protagonista l’orgoglio italiano. Questo il tema centrale su cui discutere, riflettere e lavorare. La presenza del Ministro dello Sport Abodi, necessariamente, ha spostato l’attenzione su Milano-Cortina e sull’eventualità che la pista da bob non sia in Italia. Uno smacco non da poco che il Ministro ha subito fatto rientrare: “Dobbiamo trovare una soluzione a un problema reale. Sono convinto che la troveremo e sarà italiana” – ha dichiarato – ma non è finita perchè il tema, essendo pregno, ha toccato e attraversato altre sfumature: “Ci sono altre cose che stanno andando bene in merito alle Olimpiadi e Paralimpiadi e mi piacerebbe che se ne parlasse”.
Il giallo sulla pista da bob e l’impianto da Skeleton però tiene maggiormente banco. Anche perchè l’onta dei ritardi è concreta e da evitare. Nello specifico occorre trovare soluzioni a basso costo senza sforare il budget: la possibilità di ristrutturare la pista di Cesana Torinese esiste. Il costo è pari a circa 34 milioni. Il CIO, per una questione di tempi e risorse, spinge per andare all’estero: St. Moritz o Innsbruck le mete possibili, ma la politica italiana preme per la riqualificazione di una zona in particolare.
Milano-Cortina, la pista da bob è un rebus: Abodi chiede calma, la situazione
Qualora non convincesse Cesana, ci sarebbe la seconda alternativa: Livigno. L‘eventualità di andare all’estero, come “rifugio sicuro”, svilirebbe il senso nazionale dei Giochi. Oltre alla pessima figura che l’Italia andrebbe a fare dal punto di vista diplomatico. Intanto le criticità ci sono anche altrove: i problemi riguardano perlopiù i campi da hockey e pattinaggio veloce. I lavori di messa in sicurezza procedono troppo lentamente dalle parti di Arena Santa Giulia.
La Lega americana, nello specifico, avvisa: “Se i tempi non verranno rispettati, gli atleti non verranno in Italia”. Il punto è proprio questo: se le compagini cominciano a scegliere di “disertare” la manifestazione, è un problema. Anche piuttosto grave perchè Milano, con le Olimpiadi, doveva già essere pronta da qualche tempo. Il capoluogo lombardo, invece, si ritrova ancora sul filo del rasoio. Solo che adesso, oltre alle possibilità di recupero, comincia a venir meno anche la pazienza. Con CIO e Federazioni che iniziano a battere i pugni sul tavolo. Abodi ha detto che le soluzioni ci sono, fuori dall’Italia tuttavia non sembrano essere così convinti. Non resta altro che smentirli.