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Unioncamere Lombardia: i dati del terzo trimestre 2020

Unioncamere Lombardia ha diffuso i dati sull’andamento di industria e artigianato in Regione relativi al terzo trimestre del 2020.
Il campione di riferimento ha riguardato più di 2.600 aziende manifatturiere, suddivise in imprese industriali (più di 1.500) e artigiane (più di 1.100).

Il dato generale parla di un aumento della produzione che si aggira intorno al 20%, nello specifico +20,7% per le aziende industriali e +23,4% per l’artigianato, dovuti alla ripresa delle attività dopo il lockdown.

Per quanto riguarda i singoli settori:
– Hanno il segno positivo i Minerali non metalliferi (+1,5%), Legno-mobilio (+1,1%) e settori legati al comparto edilizio grazie agli incentivi sulle ristrutturazioni;
– Tiene il comparto Alimentare (-0,4%);
– Hanno avuto contrazioni inferiori alla media Gomma-plastica (-3,0%), Chimica (-3,1%) e Meccanica (-3,9%);
– Hanno registrato una contrazione maggiore i settori delle Manifatturiere varie (-6,5%), della Siderurgia (-6,9%), della Carta-stampa (-7,4%) e dei Mezzi di trasporto (-8,6%);
– Di segno negativo anche i settori legati al comparto moda: Abbigliamento (-12,5%), Pelli-calzature (-14,4%) e Tessile( -21,2%).

Per quanto riguarda il fatturato:
– Si osserva una crescita per il Legno-mobilio (+3,2%), i Minerali non metalliferi (+2,3%) e le Industrie varie (+0,4%). In questo caso le scorte accumulate sono state quasi del tutto smaltite;
– Si osserva una forte contrazione per il settore Pelli-calzature (-30,8%) e, in questo caso, le scorte sono ancora in eccedenza;

Per quanto riguarda la domanda interna, i Minerali non metalliferi e le Industrie varie (+3,1% tendenziale entrambi) hanno registrato gli incrementi maggiori insieme a Legno-mobilio (+1,6%) e Chimica (+1,3%).
La domanda estera cresce solo per Minerali non metalliferi (+3,9% tendenziale) oltre agli alimentari (+3,9%) mentre è negativa per Pelli-calzature (-24,8%); Abbigliamento (-10,2%); Siderurgia (-9,9%); Chimica (-7,7%) e Meccanica (-2,4%). I Mezzi di trasporto, che presentano la maggior quota di fatturato estero (61,6%), registrano ordini dall’estero pressoché stabili (-0,2%).

Gli ordinativi dell’industria registrano risultati su base annua tendenziale simili sia dall’interno (-4,1%) che dall’estero (-4,4%), recuperando rispetto allo scorso trimestre.
Per l’artigianato i risultati si differenziano per i due mercati, con una maggior sofferenza per il mercato interno (-8,1%) e minore per l’estero (-5,1%).

Per quanto riguarda l’occupazione, si registra un saldo negativo per l’industria (-0,4%), un dato che si mantiene contenuto per effetto delle misure legate al blocco dei licenziamenti. Il tasso di uscita si è attestato all’1,8% mentre quello di entrata è all’1,4%.
Entrambi gli indicatori sono in crescita.
Nel trimestre di riferimento è calato il numero di aziende che ha fatto ricorso alla cassa integrazione.
Il saldo occupazionale si mantiene negativo (-0,3%) anche per l’artigianato con tassi d’ingresso (1,5%) e uscita (1,8%) in aumento rispetto al trimestre precedente.
Per quanto riguarda le prospettive occupazionali, il 79% delle aziende del comparto industria e l’83% di quelle dell’artigianato non si aspettano variazioni di rilievo.