E’ tornato in libertà per scadenza dei termini di custodia cautelare Fabio Altitonante, il consigliere regionale di Forza Italia arrestato a maggio all’interno dell’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia su un presunto sistema di corruzione tra politici e imprenditori in Lombardia. Con Altitonante è stato scarcerato anche il manager Luigi Patimo, anch’egli ai domiciliari e da oggi di nuovo liberi per decisione del Tribunale del Riesame che qualche settimana fa ha derubricato il reato di corruzione, di cui erano accusati entrambi, a traffico di influenze.
Resta invece in carcere Nino Caianiello, che gli inquirenti ritengono essere il burattinaio del giro corruttivo, figura centrale assieme all’imprenditore Daniele D’Alfonso. Quest’ultimo, in un interrogatorio ora depositato e oggi riportato dal Corriere della Sera, ammette: “Tatarella mi disse che bisognava finanziare la campagna elettorale di Fabio Altitonante chiedendomi se fossi disponibile. Io lì per lì cercai di resistere, poi venni convocato da Luigi Patimo nel suo ufficio di Milano, mi chiese di dare una mano a Fabio e di anticipare 25mila euro (già prima indicatimi da Tatarella) che poi lui mi avrebbe restituito, mentre 5mila dovevo pagarli direttamente. Ebbi i miei dubbi, però pensavo che in questo modo avrei potuto mantenere buoni rapporti commerciali con Acciona e avere quindi anche nuovi lavori in futuro”.