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Sala e il processo sulla Piastra Expo: le motivazioni del “non luogo a procedere”

Sono state depositate, e quindi rese note, le motivazione della sentenza con la quale il sindaco Sala, in qualità di Amministratore delegato di Expo 2015, era stato prosciolto dalle accuse di falso nel filone di indagine denominato Piastra Expo.

L’accusa era di aver retrodatato in maniera fraudolenta due verbali per non far saltare l’assegnazione di una gara di appalto che avrebbe pregiudicato l’avvio della manifestazione.

Il pronunciamento della sentenza, per intervenuta prescrizione del reato, risale in realtà allo scorso mese di ottobre .
Sala era stato condannato in primo grado a sei mesi di reclusione poi commutati in una multa da 45mila euro in secondo grado di giudizio.
Nel mese di settembre del 2020, il suo legale Salvatore Scuto aveva chiesto l’assoluzione con formula piena perché il fatto non sussisteva.
In quella occasione, aveva però ottenuto per Sala l’attenuante dell’aver agito per motivi di “particolare valore morale o sociale”.
Nella fase successiva del processo, in Corte d’Appello, era stato quindi dichiarato il “non luogo a procedere”.

Nelle motivazioni depositate oggi, si legge:

– A proposito della condotta di Sala: “non è assolutamente credibile che (…) si sia disinteressato della soluzione che i tecnici avevano proposto (…) né che una persona della sua competenza ed esperienza si sia limitata a sottoscrivere atti di tale rilevanza senza esaminarne nel dettaglio il contenuto”;

– A proposito della retrodatazione dei verbali in cui si sostituivano alcuni membri della commissione incaricata di assegnare l’appalto per la piattaforma Piastra Expo: non è “credibile” che l’ex ad di Expo “non abbia prestato attenzione” alla data apposta sugli atti al centro della vicenda. Sala quindi “ha sottoscritto e fatto proprio, in virtù del proprio ruolo il contenuto degli atti”;

– A proposito del reato, si legge che viene definito “non innocuo” ma prescritto.

Per lo stesso procedimento, in primo grado erano stati assolti altri imputati come il manager Angelo Paris che era accusato di falso e tentato abuso di ufficio, Antonio Giulio Rognoni accusato di turbativa d’asta sulla gara d’appalto, e Piergiorgio Baita ex presidente della ditta vincitrice dell’appalto accusato di tentato abuso d’ufficio.