Dieci persone sono indagate a Brescia per il reato di revenge porn, letteralmente porno-vendetta, per avere favorito la diffusione di video intimi girati ai danni di una dottoressa 40enne.
I filmati in questione, con tanto di informazioni sull’identità e il domicilio della donna, di professione dottoressa, hanno iniziato a circolare dapprima sulle chat di whatsapp per poi arrivare su internet e su alcuni siti porno.
Per questo motivo la donna che lavorava in una clinica privata, è stata licenziata.
Tra gli indagati figurano un ex giocatore del Brescia Calcio, la figlia di un noto allenatore, un agente di Polizia Locale, un personal trainer e un buttafuori che abitano tra Brescia e dintorni, Bologna, Torino e Roma.
Sembra che tutta la vicenda sia partita dall’ ex della donna che ora rischia una condanna fino a 6 anni di carcere per revenge porn, appunto, un reato introdotto nel 2019 insieme ai provvedimenti del codice rosso a tutela delle donne che subiscono maltrattamenti e persecuzioni di vario tipo.
La donna ha infatti raccontato agli inquirenti di essere stata perfino seguita fino a casa proprio perché sono circolati anche i dati sul suo nome e indirizzo.