La Corte d’Appello di Milano ha riconosciuto un risarcimento danni da due milioni di euro a Maria Spina, un’infermiera di San Donato Milanese rimasta in stato vegetativo a causa di un pacemaker mal funzionante. A pagare la somma dovranno essere i due manager dell’azienda produttrice.
Il 19 ottobre 2008 la donna fu colpita di prima mattina da un arresto cardiaco, che il pacemaker avrebbe dovuto scongiurare. Secondo la Procura di Milano l’apparecchio non fece il proprio dovere, non avendo prodotto la scarica elettrica grazie alla quale il cuore sarebbe dovuto ripartire con regolarità. Al momento dei soccorsi, la paziente riuscì a salvarsi dalla morte, ma non dai danni permanenti al cervello che tuttora la tengono in stato vegetativo irreversibile.
Già in primo rado la condanna per lesioni colpose gravissime era costata all’azienda e ai due manager un risarcimento da un milione di euro, ora la cifra è salita a due. Prescritto invece il “filone” in sede penale.