Movida Milano, il primo weekend con le nuove regole è un fallimento

Il weekend appena passato è stato il primo con le nuove regole anti-movida notturna a Milano. I risultati sono stati deludenti secondo i proprietari dei locali. Ecco cosa non funziona

Le nuove norme imposte dal Comune meneghino per regolamentare la mala movida a Milano sarebbero – secondo quanto riferito dai gestori dei locali del centro città – una sconfitta. I lamenti di molti gestori di bar e ristoranti ripetono tutti lo stesso mantra:  “La notte si spegne prima, ma le cause della movida sfrenata rimangono intatte”.

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Milano Movida, il primo weekend con le nuove regole è un fallimento. Le lamentele dei gestori dei locali (ANSA) milano.cityrumors.it

Questo appena passato è stato il primo weekend milanese all’insegna delle nuove regole che disciplinano l’asporto, i dehors e il commercio ambulante. L’ordinanza emessa dal Comune in ben 12 zone di Milano ritenute più frequentate dal popolo notturno, impone “il divieto della vendita e della somministrazione per asporto di bevande alcoliche, da mezzanotte alle 6”. Inoltre nelle serate di sabato e domenica, l’ordinanza prevede la chiusura per i dehors anticipata dalle 2 all’una, vietando dalle 20 alle 6 di mattina, il commercio ambulante.

Il primo weekend anti-movida a Milano

Il provvedimento del Comune di Milano è entrato in vigore già dal 20 maggio e sarà attivo fino al 4 novembre prossimo. Ma il primo weekend che “battezza” le nuove regole è stato quello appena trascorso (25-26 maggio) che ha riguardato, come riporta oggi Il Giorno: le aree da Nolo al Lazzaretto e via Melzo, poi l’Arco della Pace, Isola, piazza Cesariano, corso Como e piazza Gae Aulenti, corso Garibaldi (esclusa l’area tra via Moscova e via Marsala e largo La Foppa dove resta in vigore l’ordinanza sindacale di giugno 2021), fino a Brera, Ticinese, Darsena e Navigli.

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Milano Movida, il primo weekend con le nuove regole è un fallimento. Le lamentele dei gestori dei locali (ANSA) milano.cityrumors.it

L’obiettivo dell’ordinanza sindacale è: “Tutelare la tranquillità e garantire la fruizione dello spazio pubblico, nonché il riposo dei residenti”. Rispetto all’inizio del procedimento (metà aprile) ora fanno sapere da Palazzo Marino che è stato eliminato il divieto di somministrazione di alimenti che aveva alzato la polemica del gelato e sono stati concessi 30 minuti in più di apertura dei dehors.

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La delusione dei titolari dei locali

Per i gestori dei locali la mezz’ora in più, però, non è abbastanza. Gianfranco Suma, come riporta il Giorno, proprietario di due locali sui Navigli riferisce di un sabato “disastroso” per gli incassi, “-80% rispetto a una settimana fa”. E’ molto perplesso sulla nuova ordinanza emessa: “La regola di Cenerentola per l’asporto è esiziale per il business di piccoli pub come il mio che ha solo dieci posti a sedere all’interno. All’esterno non abbiamo nemmeno un tavolo perché stiamo ancora aspettando l’ok dal Comune…”.

Inoltre, lamenta il titolare del pub: “Non è sempre facile convincere i clienti con le buone ad andarsene. Senza contare poi che se la clientela se ne va, in zona ci rimangono solo quelli che fanno risse o delinquono. E la sicurezza va a farsi benedire”. La responsabile di un altro locale, il “Vintage Cocktail’s Bar” in Ripa di Porta Ticinese, Mary Nitu, spiega: “L’altra sera, sul Naviglio Grande, c’erano dei ragazzi che si sono portati dietro le casse e i bottiglioni e hanno fatto una festa abusiva”. 

Mentre per Gianluca Alberio, gestore del “Capetwon” di via Vigevano, ha concluso in modo più neutrale dicendo: “L’ordinanza? Per me non cambia niente, ma solo perché chiudevo già alle 2”. In Porta Venezia, Alessandro Capro è deluso perché dichiara che per l’effetto dell’ordinanza anti-movida ha dovuto lasciare chiuso il suo bar: “È di soli 8 metri quadrati, con 4 tavoli fuori: senza l’asporto dopo mezzanotte l’attività diventa anti-economica, per me come per altri locali. Quanto alla chiusura del dehors alle 2, per noi non cambia molto: da otto anni gli associati al Rainbow District smontavano a quell’ora, per effetto del nostro protocollo di autoregolamentazione”.

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