Lo scorso fine settimana, il piccolo Eitan, unico sopravvissuto nella tragedia della funivia del Mottarone, era affidato alle cure del nonno paterno Shmuel Peleg, arrivato da Israele.
Dovevano passare del tempo insieme ed erano diretti in un negozio di giocattoli. Questo, almeno, sapeva Aya Biran, la zia alla quale era stata affidata la sua tutela legale. Peccato che sabato sera il piccolo non abbia fatto ritorno a casa. Si è poi saputo che il nonno lo aveva riportato in Israele con un volo privato partito da Lugano.
Da tempo c’erano dissapori tra il ramo paterno e quello materno della famiglia sul futuro del bambino. Per il nonno sarebbe dovuto crescere in Israele laddove sono stati sepolti i genitori e il fratellino dopo l’incidente. Per la zia il suo futuro doveva essere in Italia, a Pavia, dove la famiglia viveva e dove Eitan avrebbe dovuto entrare in prima elementare proprio oggi nell’istituto delle suore canossiane dove lo avevano iscritto i suoi genitori.
Si tratta, come è comprensibile, di una vicenda molto delicata per il vissuto del piccolo che, infatti, era seguito da una psicologa e che ha suscitato scalpore per la facilità con cui il bimbo ha lasciato il nostro paese.
Per questo motivo si è subito attivata la procura di Pavia che ha iscritto Peleg nel registro degli indagati per sequestro di persona aggravato dalla minore età del piccolo. Per parte sua, lo stesso primo ministro israeliano Naftali Bennett si è già espresso sul rientro immediato del piccolo in Italia mentre i legali di Peleg hanno parlato di un gesto compiuto “d’impulso”.
“Farò tutto il possibile per riportarlo a casa – ha dichiarato il sindaco di Pavia Fabrizio Fracassi – E’ giusto che Eitan mantenga le radici, ma lui appena nato è venuto a Pavia e cresciuto vicino alla zia ora sua tutrice”.