Milano, scoppia il caso per Aleksej Navalny: il blogger russo morto in un carcere duro della Siberia. 10 persone identificate per dei fiori.
Aleksej Navalny, la sửa morte fa ancora rumore, il blogger russo deceduto in circostanze misteriose ha mobilitato il mondo. Diversi i messaggi di sdegno anche da parte di capi istituzionali. L’impressione è che possa essere stato ucciso per le idee contrastanti riguardo alla politica di Putin, la versione ufficiale è un’altra, ma l’opinione pubblica – compresi molti capi di Stato e rappresentanti – sono sempre più convinti che si tratti di una pagina buia della storia recente.
Per quanto riguarda l’Italia, Mattarella ha espresso vicinanza alla famiglia dell’uomo sottolineando che la sua morte ricorda “tempi che credevamo fossero passati e non sarebbero tornati mai più”. Equilibrio e sgomento in poche parole. Dalle parole ai fatti in piazza Aulenti nei pressi di Porta Garibaldi, dove sono state identificate 10 persone per aver lasciato dei fiori in memoria del blogger.
Milano, il ricordo di Aleksej Navalny diventa un caso
Tutto è avvenuto nel giardino dedicato ad Anna Politkovskaja, giornalista della Novaya Gazeta, uccisa nel 2006. Altro nome che ha scosso gran parte dell’opinione pubblica. Il raduno meneghino, in ricordo di Navalny, era stato preannunciato. Eppure la Polizia ha pensato di procedere ugualmente con le identificazioni.
L’associazione Annaviva, che ha promosso l’istituzione del giardino in memoria della cronista uccisa, si trova nuovamente protagonista inconsapevole di una vicenda contorta. Una dinamica, quella dell’identificazione, che non è nuova al territorio milanese. Gran rumore aveva fatto l’identificazione – a inizio anno – del giornalista che alla Scala di Milano, durante le rappresentazioni, aveva gridato “Viva l’Italia antifascista” subito dopo l’Inno Nazionale Italiano.
Identificate 10 persone
In quel caso era coinvolta la Digos che si è giustificata dicendo: “Abbiamo eseguito un ordine”. Parole che potrebbero valere ancora oggi, non per tutti. A sollevare le polemiche è il Senatore del PD Filippo Sensi. L’uomo, immediatamente al corrente di quanto accaduto in piazza Aulenti, scrive su Twitter: “Piantedosi dovrà rendere conto di questo, almeno per sapere in che Paese siamo”.
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I toni sono tutt’altro che pacati, la questione non si risolverà facilmente. In tema del ricordo e della memoria, non è il primo dibattito che arriva sui banchi della politica. L’ennesimo omaggio che diventa un caso politico, con Milano protagonista. Luci e ombre del Duomo si intersecano con la diplomazia internazionale.