Milano Fashion Week. Chiara King, celebre influencer, racconta di aver vissuto un momento particolarmente difficile al Duomo.
La settimana della moda è nota per essere un periodo particolarmente difficile. La città di Milano si riempie di star internazionali e appassionati che scelgono il capoluogo lombardo. In quei giorni diventa lo specchio del mondo per quanto riguarda le ultime tendenze. Allora non c’è altro da fare: si rischia di essere catapultati nel vortice di emozioni.
Tutti – o quasi – esperti di stile e novità. Anche solo per dare una sbirciatina a coloro che la moda la cambiano davvero. Quelli che un determinato mestiere lo fanno per passione e non per vezzo. Armani, Gucci, Dolce&Gabbana. Ma non c’è solo questo: essere a Milano durante la settimana della moda significa persino essere esposti a rischi. Chiedere a Chiara King che aveva indosso una giacca di pelle e una gonna cargo.
Molestie alla Fashion Week: la storia di Chiara King
Questo non ha frenato 7 uomini dal molestarla pubblicamente. Lei ha volutamente fatto ricorso a questo termine, spiegando che si è trattato di cat-calling. Il racconto sui social divide i follower: la giovane indossatrice ha spiegato di aver avuto a che fare con 7 “estimatori” che non si sarebbero limitati a chiederle di uscire. Hanno calcato la mano.
A volte un po’ troppo, anche dopo che la diretta interessata ha fatto capire di essere felicemente fidanzata. Il messaggio sui social chiude in maniera emblematica: “Ora rido di quel che mi è successo, ma sarei curiosa di capire come agiscono con voi, ragazze di Milano, ditemi”. Il dibattito si è aperto e come di consueto c’è chi esprime solidarietà alla giovane e chi, invece, sottolinea che sia solo l’ennesima trovata di propaganda per farsi vedere. La verità sta nel mezzo (di comunicazione), anche se – a quanto pare – per alcuni è sufficiente la voce.
Le origini del catcalling
La prima a parlare di catcalling fu Aurora Ramazzotti. La figlia di Eros. Lei spiegava come anche degli apprezzamenti non richiesti possano far male se detti nel modo sbagliato e soprattutto senza alcun tipo di consenso. L’importanza della reciprocità è veicolata anche attraverso il racconto social. In tempi in cui tutto è amplificato, c’è anche spazio per messaggi importanti.
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Aurora Ramazzotti non ha perso l’occasione di dare un contributo alla platea social e non solo. Se oggi si parla più consapevolmente, in Italia, di catcalling, gran parte del merito è suo. Una delle prime a denunciare pubblicamente atteggiamenti inappropriati, perchè molto spesso la risolutezza non premia. Chiara King docet. Dopo il primo no, ne sono seguiti altri 6. E non è bastato a scoraggiare gli “spasimanti”. Milano Fashion Week è lo specchio delle tendenze, anche quelle più inaspettate.