Anche a Milano verrà adottato il limite di 30 km/h, ma il provvedimento sarà meno stringente rispetto ad altre città
A seguito del consiglio comunale sull’hate speech tenutosi nella giornata di lunedì a cui hanno presenziato giunta comunale e consiglieri della maggioranza di centrosinistra, si è cominciato a studiare una modalità di intervento per la realizzazione di una zona 30 che favorisca la sicurezza stradale, senza penalizzare eccessivamente il trasporto automobilistico. L’amministrazione di Milano tenta di tranquillizzare i propri cittadini precisando che il provvedimento non sarà invasivo come quello adottato a Bologna, in cui tutta la città è costretta a rispettare il limite imposto, eccetto che per pochissime strade periferiche e qualche strada di scorrimento.
Per quello che riguarda Milano, l’intenzione è quella di adottare il limite dei 30km/h solo in strade a carreggiate ridotte, quindi, esclusivamente laddove la viabilità congiunta di pedoni e mezzi (anche pesanti) è più difficile e pericolosa. Una decisione resasi necessaria, stando a quanto dichiarato dai consiglieri comunali, a causa dell’elevato numero di morti per incidenti stradali registrato negli ultimi anni.
La linea soft intrapresa dal comune in questi giorni è decisamente differente da quella che era stata annunciata nel 2019, anno in cui è cominciata l’interlocuzione per la realizzazione del progetto riguardante la zona 30. Infatti, nell’ordine del giorno approvato in consiglio comunale, era stato trovato l’accordo per acconsentire alla richiesta effettuata dal I Municipio e istituire il limite di velocità per una zona che si sarebbe estesa per l’intero centro storico.
Le parole di Sala
Tramite le ultime dichiarazioni pubbliche, il sindaco Sala ha definitivamente sancito la fine della possibilità di una zona 30 in linea con lo stile adottato a Bologna e realizzata da Alfredo Drufuca, ingegnere dei trasporti e consulente dell’amministrazione comunale emiliana per il progetto che prende il nome di “Città a 30 all’ora”. Nel capoluogo emiliano l’argomento è esploso dopo l’ennesimo incidente stradale in cui la 28enne Francesca Quaglia, è stata travolta da un mezzo pesante mentre era alla guida della sua bicicletta.
Durante un’intervista, il sindaco Sala ha rilasciato ai microfoni dei giornalisti le seguenti frasi: “il modello che sta applicando Bologna è di mettere una pattuglia con misuratore di velocità, per avvisare l’automobilista, e poi dopo pochi metri una pattuglia che eroga la multa, per Milano è un modello impossibile”. Il sindaco insiste sulla necessità di trovare un modello che si adatti all’esigenza e alla conformazione della singola città, non è pensabile imporre un protocollo unitario.