Inizieranno lunedì gli interrogatori di garanzia dei personaggi coinvolti all’interno dell’inchiesta “Mensa dei poveri”, a causa della quale sono finite agli arresti nei giorni scorsi tre persone: l’ex parlamentare europea di Forza Italia, Lara Comi, l’imprenditore e titolare dei supermercati Tigros, Paolo Orrigoni e l’ex direttore dell’Agenzia del lavoro Afol, Giuseppe Zingale. Quest’ultimo è l’unico ad essere in carcere, per gli altri due sono stati richiesti i domiciliari. Le accuse sono corruzione e truffa ai danni dell’Unione Europea.
Ad incastrare in particolar modo la Comi, secondo i pm, sono soprattutto i messaggi su Telegram inviati a Maria Teresa Bergamaschi, presidente della Camera penale di Savona e legale dell’ex parlamentare europea. Messaggi in cui la Comi chiedeva, il 10 maggio: “Secondo te mi possono indagare?, è uno dei messaggi che si leggono nella chat trovata nel telefono della legale, consegnato ai magistrati una volta divenuta indagata. “Comunque oggi io dirò che non ho mai preso 17k (17mila euro, secondo l’accusa, ndr), non ho mai avuto consulenze con Afol né di società a me collegate che non esistono”, scrive Comi in un altro messaggio.