Roberto Maroni è stato assolto in Cassazione dall’accusa di turbata libertà degli incanti per fatti che risalivano al periodo di Expo 2015.
Secondo l’accusa, che si era tradotta nella fase di Appello del 2019 in una condanna a 1 anno di reclusione e 450mila euro di ammenda, Maroni avrebbe favorito la nomina di suoi collaboratori, tra cui Mara Carluccio, nell’ente di ricerca regionale Eupolis.
La Cassazione ha quindi giudicato il reato non configurabile.
I giudici, in pratica hanno riqualificato il reato ovvero non hanno ritenuto che le nomine fossero equiparate a una gara di appalto che implica la competizione e la concorrenza tra più candidati. Si sarebbe trattato, piuttosto, di un semplice confronto tra profili professionali.
Di conseguenza, l’accusa è caduta anche per gli altri imputati Giacomo Ciriello, ex capo della segreteria politica di Maroni che era stato condannato a un anno di reclusione, Andrea Gibelli, ex segretario generale del Pirellone che era stato condannato a 10 mesi e la stessa Carluccio, destinataria di un incarico di consulenza che aveva ricevuto una condanna a 6 mesi.
Lo scorso Settembre Maroni, che nel frattempo ha annunciato che correrà alle prossime elezioni comunali per Varese, era stato rinviato a giudizio per un reato simile.