L’inchiesta che riguarda la compravendita dell’immobile di Cormano da parte della Lombardia Film Commission ha un precedente che risale almeno al 2016.
Il punto di partenza per questo nuovo filone ha avuto origine dall’ analisi di alcuni documenti informatici sequestrati dai database di Michele Scillieri, uno dei tre commercialisti della Lega insieme ad Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni ora ai domiciliari.
Nella stessa inchiesta è coinvolto anche Luca Sostegni, accusato di essere il prestanome dell’operazione e che si trova in carcere dal luglio scorso.
I fatti contestati risalgono al dicembre del 2017 allorché la Lombardia Film acquistò il capannone pagando 800mila euro, il doppio del suo valore reale. L’operazione vedeva implicati a vario titolo gli imputati: dall’immobiliare gestita dal cognato di Scillieri a Di Rubba che era presidente della società acquirente al momento dei fatti.
Il dubbio degli inquirenti è che dietro la compravendita ci fosse il disegno di impiegare denaro pubblico per finanziare il partito e spartirsi ulteriormente i guadagni che sono serviti anche all’acquisto di due ville sul lago di Garda.
Quindi al Tribunale del Riesame che stava discutendo del dissequestro di questi beni è stata portata una nota di indagine in cui si evidenzia che quel capannone era stato oggetto di un sopralluogo da parte di Di Rubba e di un imprenditore bergamasco già a novembre del 2016. In quella occasione la compravendita, poi sfumata, sarebbe intercorsa senza la mediazione delle aziende coinvolte solo l’anno successivo, alcune delle quali create apposta per la gestione dell’affare.
Questo dettaglio, secondo gli inquirenti Eugenio Fusco e Stefano Civardi, rafforzerebbe l’ipotesi di reato di peculato.