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Si riparla di lockdown: cosa ne pensa il politico e cosa ne pensa il clinico

Il bollettino dei contagi di oggi, 27 ottobre, a livello nazionale parla di oltre 21mila contagi, 221 decessi, una crescita di 127 persone in terapia intensiva e di 958 nuovi ricoveri.

La situazione in Lombardia parla di 5.035 nuovi positivi, 58 nuovi decessi, 29 nuovi ricoveri in terapia intensiva e 256 nuovi ricoveri in ospedale.
Milano ha registrato 1.940 nuovi casi, la provincia di Monza-Brianza 1.362.

Di fronte a questo ennesimo scenario, che dal mese di settembre ha registrato numeri in crescita, si è creato un disaccordo tra il governatore Fontana e Guido Bertolini, responsabile del coordinamento covid-19 per i reparti dei pronto soccorso lombardi.

Il primo tende a escludere l’ipotesi di un lockdown a livello regionale dicendo che tutte le misure prese servono proprio a scongiurare questa eventualità. Lo ha ribadito in occasione della sua partecipazione all’inaugurazione della mostra sui 50 anni della Regione.
Fontana ha anche detto che ci sarà un nuovo incontro con i sindaci dei capoluoghi di provincia lombardi e i capigruppo di maggioranza e opposizione per aggiornare l’ordinanza regionale in scadenza.

Di parere diametralmente opposto Bertolini che ha parlato senza mezzi termini della necessità di un lockdown a livello nazionale nazionale.
La sua considerazione si basa sullo stato dei pronto soccorso, che nel caso particolare di Milano e Monza, rivela già adesso una gestione difficile.
A peggiorare il quadro, rispetto alla situazione di marzo e aprile, c’è inoltre il fatto che: “non c’è comprensione di ciò che sta succedendo da parte della popolazione, che non capisce”.
La sua conclusone, quindi, non lascia molto spazio alle interpretazioni: “Chiudere mette in difficoltà tantissime categorie, che la politica ha il dovere e il compito di tutelare. Se si tergiversa ancora, ci troveremo davanti all’irrimediabile”.