Il rapporto di Legambiente sulla qualità dell’aria: a Milano diesel fuori norma

Legambiente ha presentato l’edizione 2020 del rapporto Mal’aria che ha monitorato le concentrazioni di inquinamento delle principali città italiane.

L’attenzione si è concentrata sul contributo delle auto al fenomeno e ha evidenziato il ruolo delle emissioni reali di biossido di azoto da parte dei veicoli diesel. Il mancato rispetto dei limiti imposti a questi inquinanti sarebbe responsabile, nella sola Milano, di ben 568 decessi.
I dati del rapporto sono il risultato del lavoro di più attori: consulenti, medici ed epidemiologi, la stessa Legambiente e la piattaforma MobileReporter.
Lo studio ha, infatti, evidenziato che le auto diesel superano nell’uso reale i limiti fissati nelle prove di laboratorio al momento della commercializzazione. Questo aspetto riguarderebbe tutte le auto in circolazione, comprese quelle Euro 6C vendute fino al mese di agosto del 2019.
In questa edizione, in particolare, sono state assegnate anche le pagelle sull’inquinamento dell’aria a 97 città italiane. Il criterio di classificazione si è basato sull’analisi delle concentrazioni medie annue delle polveri sottili – il famoso Pm10 – e del biossido di azoto in un intervallo di tempo che va dal 2014 al 2018 messe poi in relazione con i limiti imposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
La classifica ha evidenziato che solo il 15% delle città ha la sufficienza, con in testa Sassari contro l’85% che sono sotto la sufficienza. Le città fanalino di coda sono risultate Torino, Roma, Palermo, Milano e Como che hanno ottenuto voto zero.

L’inquinamento atmosferico, nel caso specifico dell’Italia, causa 60mila morti premature con un conseguente incremento dei costi sanitari.
I paesi europei che detengono questo poco lusinghiero primato sono il nostro e la Germania.

A proposito di questi dati il commento di Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente è stato: “[… ] Le città sono al centro di questa sfida, servono interventi infrastrutturali da mettere in campo per aumentare la qualità della vita di milioni di pendolari e migliorare la qualità dell’aria, puntando sempre di più su una mobilità sostenibile e dando un’alternativa al trasporto privato.
Inoltre serve una politica diversa che non pensi solo ai blocchi del traffico e alle deboli e sporadiche misure anti-smog che sono solo interventi palliativi. Il governo italiano, grazie al Recovery Fund, ha un’occasione irripetibile per modernizzare davvero il Paese, scegliendo la strada della lotta alla crisi climatica e della riconversione ecologica dell’economia italiana […]”.

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