Lazza da “Cento messaggi” in poi. L’artista è al centro delle polemiche dopo la partita di Europa League Milan-Roma: canta un coro razzista.
Lazza continua a distinguersi, anche se stavolta il peggio sembra avere la meglio. Il giovane artista, noto per la sua canzone più recente (“100 messaggi”) e altri successi come “Cenere”, si deve difendere da alcune proteste post-partita. La cornice è quella del match di Europa League Milan-Roma.
La sfida, valevole per l’accesso alle semifinali della competizione, è già accesa per suggestioni e blasone, il cantautore mette benzina sul fuoco. L’artista, infatti, è molto tifoso del Milan. Fino a qui nulla di strano, anzi ha sempre fatto piacere al popolo rossonero vederlo spesso vicino alla curva o in tribuna per sostenere la squadra.
C’era anche giovedì per incitare i suoi beniamini. Lazza, però, ha fatto altro: cantato cori di qualsiasi tipo, persino qualcuno che sarebbe stato meglio evitare. Un coro contro Napoli è bastato a scatenare le polemiche. I social per giunta non perdonano. Il labiale di Lazza è inequivocabile. Il contributo video finisce su tutte le piattaforme e l’artista si ritrova bersagliato in poche ore.
Commenti ed esternazioni di pessimo gusto accompagnano il gesto del cantautore. Lazza non reagisce, né risponde, per il momento alle polemiche. La sua immagine, però, potrebbe essere compromessa. Il giovane rapper, infatti, è anche testimonial dei rossoneri per quanto concerne un noto sponsor che popola San Siro durante le partite in casa del Diavolo.
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Insieme a lui Fedez, che l’ha seguito in questa iniziativa. Ora, però, tutto potrebbe cambiare. Il Milan sta riflettendo su cosa fare: il frame non lascia scampo. Lazza canta un coro che offende sul piano territoriale i partenopei. Rischia incitamento all’odio razziale. Bisogna capire prima se qualcuno possa o meno prendere provvedimenti.
Anche se non dovesse accadere nulla, rimane la magra figura e la rappresentanza dei rossoneri potrebbe farne le spese. Milan-Roma si porta dietro non poche polemiche e non tutte legate al gioco. Altro che “100 messaggi”, talvolta ne basta uno (sbagliato) a fare la differenza.