Madam, 23 anni vive in Italia da quando aveva sette anni ed era fuggita dal suo paese, il Camerun all’indomani dell’uccisione del padre. È una campionessa di atletica nella specialità del lancio del peso e fa parte della Bracco Atletica Milano. Di recente aveva dichiarato di sentirsi italiana a tutti gli effetti e di voler entrare in Polizia per prestare servizio all’ufficio immigrazione della Questura.
Secondo il nostro ordinamento legislativo,dovrebbe ottenere la cittadinanza nel 2030.
Nel frattempo, per mantenersi all’università, fa tre lavori: in un bar, facendo le pulizie in un condominio e la baby sitter. In più ci sono anche gli allenamenti.
Di recente, aveva espresso la sua opinione a proposito della cittadinanza concessa in tempi record al calciatore Suarez che aveva scatenato dubbi e polemiche sulla regolarità del procedimento.
Per questo motivo era diventata il bersaglio dell’odio su internet.
Qualche giorno fa, però, l’odio ha preso le sembianze di un uomo di 45 anni che l’ha insultata nel bar dove lavora e le ha urlato contro ” Tu non sei italiana, a cosa ti serve diventare italiana? Non lo diventerai mai”.
Questo è stato l’episodio che ha spinto il sindaco Fracassi a scrivere a Mattarella dopo aver ricevuto la stessa Madam. Come lui stesso ha spiegato: “Danielle Madam è italiana, è lombarda, è pavese. Gli attacchi che ha subito sono intollerabili, li ho subito respinti e ho sposato la questione della cittadinanza.
È una persona esemplare, come atleta e soprattutto come cittadina. Lavora, si allena, crede nei suoi sogni e nei valori. Spero che il presidente della Repubblica si faccia carico del suo caso. Chiedere regole severe in fatto di immigrazione e cittadinanza non significa essere razzisti: io sono un sindaco leghista e lo sono orgogliosamente, ma a chi mi chiede se questo sia in contraddizione con il leghismo dico: non avete capito niente”.