Anche Milano si mobilita contro gli incidenti sul luogo di lavoro. Il crollo del cantiere di Esselunga a Firenze mobilita le coscienze
Venerdì mattina, alle 8:52, Firenze è stata scossa da un tragico incidente sul lavoro. Nell’ex Panifico militare dove oggi è in costruzione un supermercato Esselunga, una trave crolla dal terzo piano e cadendo trascina con sé i solai e le travi dei piani inferiori. Cinque operai rimangono seppelliti sotto alle macerie mentre i tre che lavoravano al terzo piano si salvano per miracolo. Da quel momento in poi inizia l’indagine per verificare fatti e responsabilità e, in tutt’Italia, si diffonde lo sdegno e la tristezza per le cinque vite spezzate.
Le indagini rivelano che la trave che è crollata era stata consegnata al cantiere quella stessa mattina: fatta di cemento armato e prefabbricata, ora si sta cercando di capire quali siano state le cause del crollo. Tutte le attenzioni degli investigatori sono quindi puntate sulla Rdb Italprefabbricati, l’azienda che l’ha prodotta. Sebbene l’incidente sia accaduto a Firenze, in tutt’Italia si sono alzate polemiche e proteste contro gli infortuni e le morti sul lavoro: ecco quelle di Milano.
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A causa dell’incidente che è costato la vita a cinque operai a Firenze, il Partito rifondazione comunista di Milano ha indetto per oggi un sit in davanti alla prefettura della città. “Cordoglio e rabbia non bastano più” dice Mateo Prencipe, il Segretario provinciale del partito, che aggiunge: “…specie di fronte al liberi tutti che il ministro Salvini ha promosso con la modifica delle legge sui subappalti, rendendo ancora più difficile ogni controllo e quasi impossibili individuare i responsabili“. L’appuntamento è per oggi lunedì 19 febbraio alle 17.30 in corso Monforte 31.
Ciò che i manifestanti chiederanno sarà anche il sostegno per la proposta di legge per l’istituzione del reato di omicidio e lesioni gravissime sul lavoro. Al momento, la procura di Firenze ha aperto un fascicolo per omicidio colposo plurimo e crollo colposo e la polizia giudiziaria sta acquisendo dalle varie società che lavoravano al cantiere tutta la documentazione necessaria. Al centro delle indagini la questione della trave: era già stata fissata al momento del crollo o no? Secondo la Rdb, il personale della ditta non aveva ancora concluso il fissaggio quando gli operai di una terza società hanno avviato la gettata di cemento dell’area, all’ultimo piano della struttura.
Dopo la tragedia, è iniziato il conto delle vittime. Gli investigatori hanno infatti acquisito il registro del cantiere, per analizzare ogni ingresso ed uscita di persone e mezzi: in questo modo, vogliono capire se al momento del crollo ci fossero lavoratori irregolari. Le prime indagini, però, dicono già di sì: una delle vittime non aveva il permesso di soggiorno e, quindi, lavorava in nero.
Un altro, poi, non era in regola poiché nel gennaio 2023 si era visto negare la domanda di protezione internazionale. Contro quella decisione aveva però sporto ricorso, quindi il procedimento è ancora pendente. La questione è quindi delicata e, se abitate a Milano, oggi sarà al centro della manifestazione delle 17.30 davanti alla prefettura cittadina.