Continuano gli accertamenti da parte delle autorità competenti per accertare le cause della morte di Imane Fadile, 34 anni, una delle testimoni chiave del processo Ruby Ter, venuta a mancare a inizio marzo dopo un ricovero durato oltre un mese.
Il corpo della donna è in questo momento sottoposto ad autopsia, dopo che i primi rilievi hanno escluso la presenza di sostanze radioattive. L’avvelenamento, una delle ipotesi ancora in piedi, potrebbe comunque essere avvenuto per altre cause, così come l’intossicazione o la morte naturale per malattia fulminante.
Nel frattempo i familiari della vittima si sono presentati all’Istituto di Medicina Legale di Piazzale Gorini per il riconoscimento della salma. Tramite il proprio legale, l’avvocato Mazzali, hanno fatto sapere di non avere “tesi precostituite”, ma di voler “sapere la verità” sulla morte della ragazza.