I milanesi si sono svegliati sotto a un cielo giallo ocra: ecco qual è il motivo di questo strano fenomeno e quali le conseguenze
Un fenomeno meteorologico molto particolare, quello che sta rendendo giallo il cielo di Milano. Nei giorni scorsi ha caratterizzato altre città italiane e, in queste feste pasquali, ha coinvolto il capoluogo lombardo: ecco cosa l’ha scatenato e quali sono le conseguenze sull’ambiente.
Al centro del fenomeno le sabbie del deserto del Sahara che, a causa del forte vento Scirocco, sono volate fino a diversi chilometri di distanza ed hanno addirittura superato il Mediterraneo. Si tratta a tutti gli effetti del deserto più grande del pianeta, ricco di sedimenti polverosi: è proprio da qui che proviene più della metà di tutto il pulviscolo che oggi popola l’atmosfera. Ecco quindi cosa sta accadendo a Milano.
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A parlarne è il fondatore de ilmeteo.it Antonio Sanò che, in merito a queste sabbie arrivate dal deserto del Sahara fino a Milano, ha riferito che con la pioggia e con la neve questa ricadrà al suolo e tutto tornerà alla normalità. Questo, però, causerà quello che viene chiamato fenomeno della “neve rossa”: mentre si adagerà al suolo, infatti, colorerà le nevi ancora presenti sulle nostre montagne e, inoltre, ne causerà uno scioglimento più veloce.
A causa del colore scuro, la neve assorbirà più radiazioni solari e quindi si riscalderà di più, fondendosi con una velocità maggiore della normalità.
Insieme alla sabbia, dal Sahara grazie allo Scirocco aumenteranno anche le temperature, specialmente al Sud. In Sicilia, Campania e Puglia nella giornata di oggi potrebbero esserci anche 32°C. In Lombardia, invece, regnano le piogge e i temporali: Milano, a tal proposito, è stata sconvolta da problemi anche ingenti come alberi caduti e case scoperchiate.
“Vivremo un’inversione delle festività: a Natale 2023 abbiamo avuto caldo e siccità, a fine marzo e inizio aprile ritroveremo l’inverno sulle nostre montagne alpine piene di neve” fanno sapere i meteorologi, in merito al meteo che caratterizzerà la primavera 2024.