Le posizioni del Sindacato medici pediatri di famiglia nelle parole di Rinaldo Missaglia, Segretario nazionale Simpef: “Abbiamo letto con stupore, perplessità e inquietudine un passaggio della risoluzione approvata pochi giorni fa dal Consiglio regionale della Lombardia in materia di misure di sostegno per affrontare la crisi post Covid-19. Due righe, quasi buttate lì, che recitano testualmente: ‘affinché sia concessa una maggiore autonomia nel coordinamento dei MMG e PLS, per ricondurli a tutti gli effetti quali dipendenti del sistema sanitario regionale’. Due righe delle quali ci sfugge completamente la ratio e per le quali vorremmo chiedere ulteriori spiegazioni ai consiglieri lombardi, in particolare al Presidente della Commissione sanità, Emanuele Monti, e conoscere il pensiero dell’Assessore competente, Giulio Gallera.
Appare sconsiderata non solo nel contenuto, ma anche nel metodo, la sollecitazione del Consiglio Regionale a intervenire così pesantemente su un sistema che ha assicurato ai minori lombardi e alle loro famiglie un livello di assistenza invidiato da altre realtà ed efficace negli interventi anche nella attuale contingenza emergenziale; e questo nonostante le indicazioni che in questi mesi Regione ed ATS hanno inviato ai pediatri di famiglia, ormai considerate per la più parte improvvide.
La nostra preoccupazione è forte, per la leggerezza e l’inconsistenza con cui viene affrontata una questione fondamentale dell’architettura del sistema. Purtroppo, infatti, dobbiamo sottolineare come, nelle prime fasi dell’emergenza sanitaria per Covid-19, le disfunzioni che si sono riscontrate sul territorio siano imputabili totalmente all’aver seguito le indicazioni giunteci dal coordinamento della risposta del sistema sanitario regionale. In altre parole, alla luce di questa esperienza, ci pare surreale che qualcuno immagini di perseverare in un atteggiamento dirigista ancorché presuntuosamente autoreferenziato!
Per tale considerazione la pediatria di famiglia tutta si oppone, con la forza che deriva anche dal rappresentare istanze di sconcerto che provengono dalle realtà socio-sanitarie di altre Regioni, a quanto – relativo alla pediatria territoriale – è previsto dalla proposta di risoluzione con la richiesta di impegno attuativo a Presidenza e Giunta Regionale.
Inoltre, appare del tutto inappropriato nel metodo l’aver elaborato indicazioni di tale valenza senza un minimo di interlocuzione con i rappresentanti dei pediatri di famiglia. Non potremo, quindi, esimerci dal notificare alle famiglie dei piccoli assistiti i pericoli, per il mantenimento della qualità dell’assistenza pediatrica in Regione Lombardia, legati all’arbitraria riforma delle cure primarie, intesa secondo quanto prospettato nella risoluzione.”