Il Tribunale del Riesame, che si è riunito lo scorso 29 settembre, ha respinto l’istanza presentata dalle difese di Alberto di Rubba e a Andrea Manzoni, i due contabili della Lega in Parlamento finiti agli arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulla compravendita dell’immobile a Cormano da parte della Lombardia Film Commission di cui Di Rubba era direttore all’epoca dei fatti.
Il prezzo gonfiato ha indotto subito i magistrati a sospettare un cospicuo tornaconto dei due, insieme al terso commercialista Michele Scillieri anche lui ai domiciliari, oltre a presunti fondi neri che sarebbero finiti al partito tramite un fondo estero.
Per questi fatti è attualmente in carcere anche Luca Sostegni accusato di essere la mente della truffa.
Per gli indagati le accuse sono di peculato, turbativa d’asta, evasione fiscale e, nel caso del solo Sostegni, anche di estorsione.
Resta confermata dunque l’ordinanza emessa dal gip Giulio Fanales su richiesta del procuratore aggiunto Eugenio Fusco e del pm Stefano Civardi.
L’inchiesta è partita dalla Lombardia Film per poi estendersi verso i fondi neri tanto che non è escluso un incontro tra i magistrati milanesi e i colleghi di Genova che indagano per il riciclaggio di quei 49 milioni di euro che si presume fossero destinati al Carroccio.