Covid: effetti sulla psiche e sulle abitudini di giovani e adulti

Fondazione Italia in Salute e Sociometrica hanno realizzato un sondaggio dal titolo “Gli italiani e il covid-19. Impatto socio-sanitario, comportamenti e atteggiamenti della popolazione Italiana” che ha evidenziato una serie di effetti collaterali scatenati dalla pandemia.

Il disagio psichico
Si tratta di gran lunga dell’effetto più diffuso e trasversale del covid per età che ha però mostrato differenze generazionali significative.
Se chi ha manifestato disagi corrisponde al 16,5% degli adulti, la percentuale cresce al 34,7 tra i giovani.
Diversamente quanti avvertono un disagio di questo tipo si attesta al 27,1% in media nella popolazione adulta e al 40,2% tra i giovani.

Il malessere si traduce principalmente nella scelta di comportamenti come uscire di meno, evitare le persone e ridurre le attività. Il tratto importante è che i giovani hanno consapevolezza di mettere in pratica comportamenti che sono causa del loro stesso malessere.

L’aspettativa del vaccino
Il 7,5% degli intervistati non intende farlo, il 9,9% attende di capirne di più  mentre il 7,6% vorrebbe poter scegliere quale vaccino fare. Dal punto di vista sociale, le persone con scolarità più alta tendono a essere più favorevoli a ricevere il vaccino contro il covid.

Gli spostamenti
Lo studio rileva che il 63,3% degli italiani evita di prendere qualunque mezzo pubblico; il 59,3% ha ridotto spontaneamente qualunque tipo di viaggio e spostamento. Il 71,0% della popolazione ha ridotto spontaneamente qualunque uscita con altre persone e il 69,4%, ha rinunciato a frequentare o a invitare altre persone in casa propria.
Sono numeri che al Sud sono ben più elevati e sfiorano il 70% nell’evitare i trasporti pubblici, il 62,5% gli spostamenti e il 75% l’incontro con altre persone.
Una atteggiamento preventivo che si traduce nella mancata frequentazione dei luoghi pubblici, specie negozi e ristoranti, che sfiora il 53,5% della popolazione.  Lo stesso fenomeno tocca l’attività sportiva alla quale ha rinunciato il 29% della popolazione.

Le cure mediche
È il fattore che ha inciso in maniera più pesante sulla salute degli Italiani se il 52% ha dovuto fronteggiare ritardi, spostamenti e/o cancellazioni da parte del servizio sanitario sia per quanto riguarda gli interventi chirurgici sia le visite specialistiche. I maggiori disagi si registrano nella fascia di età tra i 46 e i 55 anni con punte maggiori nelle fasce di età più alte.
Per esempio, la cancellazione o la rinuncia alle visite specialistiche ha riguardato l’83,9% degli over 65.
Nelle regioni nord- occidentali, Lombardia compresa questi disservizi incidono sul 45,1% della popolazione. Percentuale ben più alta al Sud.

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