I fatti risalivano al maggio del 2019 quando Carta e una sua amica, Fabiana Muscas, erano stati fermati da un addetto alla sicurezza all’uscita de La Rinascente. Nella borsa della donna erano state trovate 6 magliette non pagate per un valore di 1.200 euro.
La donna si era subito assunta la responsabilità del gesto giustificandolo come un regalo che voleva fare allo stesso Carta che aveva da poco compiuto gli anni.
I due stati quindi arrestati per furto anche se erano stati rilasciati subito dopo. Carta, per mezzo del suo avvocato, aveva richiesto e poi ottenuto di essere giudicato con rito immediato.
Alla luce dei fatti, il sostituto pg Celestina Gravina aveva chiesto una condanna a 8 mesi di carcere per l’ex vincitore di Amici e del Festival di Sanremo del 2009.
A ottobre dello scorso anno era arrivata l’assoluzione per Carta mentre la posizione di Muscas, nel frattempo ammessa allo svolgimento di lavori socialmente utili per espiare la pena, era stata stralciata.
Ora la sentenza in appello che scagiona definitivamente il cantante che non era presente in aula alla lettura della sentenza. Come era già successo per la prima sentenza, ha appreso la notizia dal suo avvocato per telefono.
A chiusura della vicenda l’avvocato di Carta, Simone Ciro Giordano, ha detto: “[…] Ritengo che la questione possa essere definitivamente archiviata anche se il dolore, la tristezza, e il danno di immagine che il cantante ha subito durante questo periodo non potrà essere ripagato in alcun modo”.