Corruzione all’obitorio dell’ospedale Sacco: 3 misure cautelari

Un’inchiesta condotta dal pm Stefano Civardi ha portato all’emissione di 3 misure cautelari da parte del gip Stefania Donadeo per un diffuso sistema corruttivo che coinvolgeva un dipendente dell’obitorio dell’Asst Fatebenefratelli – Sacco e due impresari funebri.

Per il primo, di 57 anni, è scattata la sospensione dal servizio, mentre per gli altri due, di 29 e 38 anni, di Milano e Baranzate, il divieto di esercitare l’attività.

Il dipendente dell’obitorio forniva informazioni sui decessi in cambio di denaro per favorire gli affari delle due imprese. Le tariffe si attestavano sui 200 euro ma arrivavano anche a 400 nel caso si trattasse di un decesso ospedaliero dovuto al covid.
Gli operatori funebri, infatti, avevano accesso sia alla documentazione sia ai locali delle camere mortuarie per le operazioni di vestizione, spesso senza il consenso dei familiari e in palese violazione del regolamento dell’ospedale.

Per completare il quadro, l’operatore si premurava di indirizzare le famiglie dei defunti verso le agenzie complici dietro promessa di prezzi calmierati per effetto di convenzioni con il Comune poi rivelatesi false.
L’inchiesta ha preso avvio dalla denuncia di un altro operatore dell’obitorio che, nel novembre 2020, si era visto proporre lo stesso scambio come si trattasse di una pratica abituale.
Tanto che l’attività illecita era continuata anche dopo la segnalazione fatta alla Polizia Locale dalla direzione dell’ospedale che aveva intuito che ci fosse qualche irregolarità.

Un comportamento che ha indotto il gip a usare l’aggettivo “sfrontato” confermato anche dalle intercettazioni telefoniche acquisite dal mese di febbraio di quest’anno.

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