Il corpo di un docente del Politecnico è stato ritrovato a largo di Capraia

Il cadavere di un docente del Politecnico di Milano, il cinquantenne Francesco Scarlatti, è stato recuperato nelle acque a pochi metri dalla riva di Cala Rossa a Capraia, nell’Arcipelago toscano.
A dare l’allarme e a permettere così il recupero del corpo sono stati un gruppo di diportisti che si sono accorti della presenza del corpo.

I Carabinieri, che hanno raggiunto il corpo a bordo di un gommone, hanno recuperato anche uno zaino. Nonostante il cellulare ritrovato al suo interno fosse oramai inutilizzabile a causa della permanenza in acqua, sono riusciti a risalire all’identità dell’uomo dai dati della scheda sim.
Secondo le prime ipotesi, Scarlatti sarebbe precipitato in acqua da un’altezza di alcune decine di metri mentre stava facendo trekking nella zona sopra la scogliera.
A conferma di questa tesi sono stati trovati segni compatibili con una caduta dall’alto mentre si ipotizza che la permanenza in acqua si sia protratta per circa un giorno intero.
Nonostante queste evidenze il Pm che sta seguendo il caso ha comunque disposto l’autopsia.

L’uomo, originario di Chiavari, si trovava in Toscana per trascorrere gli ultimi giorni di vacanza nella sua abitazione. Al momento dell’incidente era solo dal momento che la moglie aveva già fatto ritorno in Liguria.

Scarlatti era ingegnere civile e docente a contratto di analisi e valutazione ambientale e lavorava nel polo territoriale di Lecco per conto del Politecnico di Milano.

Si era laureato all’Università di Genova e collaborava anche con un’azienda genovese che fornisce servizi e consulenze ai privati sui temi della sicurezza nei luoghi di lavoro e dell’igiene ambientale.

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