Il bambino si trova in Israele dopo che, in occasione dell’ultima visita del nonno materno Shmuel Peleg, è stato allontanato dalla famiglia della zia Aya Biran alla quale era stato affidato dal Tribunale dei minori di Pavia.
Il nonno era in possesso del suo passaporto e non lo avrebbe restituito alla famiglia della zia.
Il piccolo, dopo il ricovero e il coma in ospedale, era seguito da una psicologa e si muoveva con l’uso di un deambulatore. Per una dinamica dei fatti che presenta ancora diversi lati oscuri, il nonno è riuscito a spostarsi in auto fino a Lugano dove si è imbarcato su un aereo privato alla volta di Israele.
Per questo gesto, che si configura come un vero e proprio sequestro di persona, l’uomo è stato iscritto nel registro degli indagati. Pochi giorni dopo lo stesso provvedimento è stato adottato per la sue ex moglie Ester che risultava nel nostro paese al momento dei fatti. È poi notizia recente l’iscrizione di un terzo soggetto, un uomo di 56 anni, che avrebbe procurato l’auto a noleggio usata dal nonno per gli spostamenti.
All’indomani dei fatti, la giustizia di Tel Aviv aveva disposto i domiciliari per l’uomo e fissato la prima udienza per il caso al 29 settembre, poi anticipata a domani. Sempre in Israele la zia materna Gali aveva espresso, a sua volta, l’intenzione di adottare Eitan.
All’udienza sarà quindi presente la zia Aya che si trova già in Israele e nei giorni scorsi aveva parlato al telefono con Eitan. Chiederà il ritorno del bambino in Italia appellandosi alla Convenzione dell’Aja sui minori.