Importanti novità per il mondo del caffé e della torrefazione italiana e lombarda per via dell’acquisizione da parte della piacentina Caffé Musetti, della milanese Caffé Bonomi.
Si tratta di un’unione commerciale, certo, visto che la nuova realtà, costata 15 milioni di euro ha una previsione di fatturato per il 2021 pari a 41 milioni, ma è anche la fusione di esperienza e di sapere di lungo corso.
La Bonomi è stata fondata a Milano nel 1886 da Federico che aveva una drogheria in via dei Fabbri, una delle tante vie ispirate ai mestieri nelle vicinanze di Piazza Cordusio. Bonomi aveva poi aperto la prima torrefazione in Conca del Naviglio e ben presto era diventato il principale fornitore dei negozi in città grazie alla sua selezione di miscele provenienti da tutto il mondo. Nel secondo dopoguerra si era poi specializzato nella fornitura ai bar creando una propria rete di distribuzione.
Anche la Musetti è una ditta a conduzione familiare fondata a Piacenza nel 1934 e che ha mosso i primi passi in un negozio del centro città per poi diventata un’azienda più grande e strutturata, anche in questo caso, dopo la guerra.
Nelle intenzioni dei manager c’è dunque la chiara intenzione di costruire una realtà nazionale di primo livello nel settore del caffè torrefatto.
Con questa fusione, tanto per cominciare, la platea di esercizi serviti, tra bar, ristoranti e hotel raggiungerà le 4.000 unità.
Da un punto di vista gestionale, si prevede che in Bonomi resti al vertice il nipote del fondatore, Federico in qualità di co-amministratore delegato mentre al vertice siederanno Marcello Malguzzi attuale amministratore delegato di Musetti e l’attuale presidente Guido Musetti, terza generazione del fondatore piacentino.
Proprio quest’ultimo ha commentato: “Con l’acquisizione di Caffè Bonomi compiamo un primo importante passo nel nostro progetto di crescita.
Negli ultimi cinque anni abbiamo investito 10 milioni per potenziare la nostra struttura e crediamo fortemente che Musetti abbia le capacità industriali per porsi quale polo aggregatore, nonché abilitatore di un processo evolutivo anche in chiave sostenibile, in un settore caratterizzato da una estrema parcellizzazione”.
La sua azienda, dopo aver subìto un calo di fatturato in corrispondenza con i mesi di lockdown ha recuperato le perdite attestandosi su un fatturato con gli stessi valori dello scorso anno.