Brescia, l’operaio morto sul lavoro è Andi Rexhepi. Il punto sulle indagini

Novità sul caso dell’operaio 43enne morto ieri a Carpenedolo, in provincia di Brescia. Il volo di 7 metri non gli ha lasciato scampo

L’intera comunità è ancora sconvolta e, mentre gli amici e i parenti si stringono nel dolore, proseguono le indagini volte a ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente. Quello in cui ha perso la vita Andi Rexhepi, a Brescia, è il settimo infortunio mortale: ecco cos’è davvero successo alla Marmi Ghirardi ieri mattina.

Le novità nelle indagini sull'operaio morto a Brescia
Le novità nelle indagini sull’operaio morto a Brescia: si chiamava Andi Rexhepi (milano.cityrumors.it / ansafoto)

Residente a Piancogno, Andi Rexhepi ha perso la vita nelle prime ore di ieri mattina, mentre lavorava alla Marmi Ghirardi. Padre di una ragazza di 16 anni, l’operaio albanese stava sistemando le coperture di alcuni capannoni, danneggiate da una grandinata estiva. Per questo motivo si trovava su un tetto: a un certo punto, però, scivola e fa un volo di sette metri, al termine del quale si schianta contro alcune lastre di marmo che non gli lasciano scampo.

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Le indagini

Nonostante sul momento si fossero diffuse le voci secondo cui Andi, al momento della caduta, fosse privo di imbragatura, in realtà i colleghi prima e i soccorritori poi l’hanno trovato regolarmente imbragato e con il casco di sicurezza. In ogni caso, però, al momento la Magistratura ha aperto un fascicolo per omicidio colposo, seppure senza indagati. Obiettivo è infatti quello di capire perché, se era regolarmente provvisto di dispositivi di sicurezza, sia caduto dal tetto.

Le novità nelle indagini sull'operaio morto a Brescia
Le novità nelle indagini sull’operaio morto a Brescia: era imbragato (milano.cityrumors.it / ansafoto)

Solo nel 2024, a Brescia sono già accaduti sette incidenti mortali e, se si considerano anche quelli deceduti a Firenze nel cantiere Esselunga e residenti a Brescia, allora il conto aumenta ancora di più.

Le sette vittime del lavoro

La prima vittima è del 21 gennaio: si tratta di Fabrizio Bignotti, 51enne di Mantova morto carbonizzato alla Feralpi di Lonato. Segue poi Joao Rolano Martins Lima, investito da un treno  il 30 gennaio vicino alla stazione di Chiari mentre lavorava alle linee elettriche ferroviarie. Il 15 febbraio prede poi la vita Mattia Mauro, 38enne falciato da un mezzo agricolo alla Scotuzzi Agriservizi di Longhena e solo due giorni dopo, nel cantiere Esselunga di Firenze, perdono la vita Mohamed Er Ferhane, Bouzekri Rahimi, Bouzekri Rahimi e Taofik Haidar.

Il 28 febbraio, quindi, muore Giorgio Vavassori, 61enne bergamasco che si schianta in moto contro un mezzo della Ario di Pontoglio, per cui lavorava. Infine, il 4 marzo perde la vita a Esine il 23enne marocchino Mahmoud Bel Mziouka.

 

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