Il bar Camparino, che si trova all’entrata della Galleria Vittorio Emanuele, è entrato nella classifica dei 100 migliori bar del mondo stilata, ogni anno, dal sito internet World’s Best Bars.
Il sito vive delle recensioni dei suoi utenti che cercano, in ogni angolo del globo, gli aperitivi più originali ma anche i locali dove passare una piacevole serata in compagnia. La premiazione si è svolta a Londra nella sala da concerti Roundhouse.
Il bar italiano, che ha aperto nel 1915, ha conquistato il 27° posto della classifica. Un ulteriore motivo di orgoglio, per l’azienda di liquori che gli ha dato il nome, e che, lo scorso anno, ha festeggiato il 160 anni di vita.
“Poco dopo avere festeggiato i 106 anni di Camparino – è stato il commento del suo direttore Tommaso Cecca – , ci riempie ancor più di orgoglio essere qui oggi per celebrare un grande traguardo, che vede premiati gli sforzi di tutto il team”.
Un po’ di storia del locale
Il Camparino, così chiamato da Davide Campari perché era il fratello minore del locale principale di piazza Duomo 14, era all’avanguardia per tanti motivi. Uno di questi era l’innovativo sistema che garantiva un flusso continuo di acqua gassata direttamente dalle cantine, offrendo così ai suoi numerosi clienti una bevanda sempre fresca e alla giusta temperatura.
Un secondo elemento distintivo erano gli arredi in stile Liberty, la corrente artistica dei primi del ‘900, realizzati, tra gli altri dall’ebanista Eugenio Quarti, dal mastro ferraio Alessandro Mazzucotelli e dal pittore Angelo d’Andrea, che fu autore del mosaico simbolo del Bar di Passo.1915
Il locale divenne, in breve tempo, un punto di riferimento per i milanesi e un luogo di ritrovo per intellettuali e celebrità del tempo. Poteva, infatti capitare, di incrociare il poeta e librettista Arrigo Boito, il padre del Futurismo Tommaso Marinetti e altri esponenti del movimento della Scapigliatura.
Il locale fu seriamente danneggiato dai bombardamenti del 1943 ma, passata la Guerra fu preso in gestione da Guglielmo Miani, un sarto pugliese arrivato a Milano nel 1922, e dalla sua famiglia che gli regalarono una nuova vita. Grazie a Miani, che tenne la gestione fino al 2018, furono eseguiti importanti lavori di ampliamento nel 1990 allorché il bar incorporò gli spazi dell’ex Libreria dello Stato.