Bambino morto alla scuola Pirelli: le motivazioni della sentenza

Sono state rese note oggi le motivazioni per la sentenza che ha condannato una maestra e un’operatrice scolastica per la morte di un bambino di 5 anni precipitato dalle scale nella scuola elementare Pirelli di via Bussero nel mese di ottobre di 2 anni fa.

Il bambino aveva fatto un volo di una decina di metri e, nonostante i soccorsi immediati, era morto dopo quattro giorni in ospedale per via delle ferite riportate nella caduta. La maestra aveva ricevuto una condanna a un anno di carcere con rito abbreviato per l’accusa di omicidio colposo. Non ha rispettato, si legge “due direttive scolastiche sull’obbligo di vigilanza degli alunni e che lei stessa aveva sottoscritto”.

Il gup di Milano, Elisabetta Meyer,  aveva poi ratificato il patteggiamento di un’altra imputata, la bidella, a 2 anni di reclusione mentre per la terza imputata, una maestra di sostegno, il procedimento è ancora in corso con rito ordinario. In fase processuale era stata evocata come attenuante l’imprevedibilità dell’accaduto quando nella sentenza si legge: “la normativa interna che disciplina i comportamenti degli insegnanti è tesa a prevenire l’esposizione al pericolo degli alunni, soprattutto dei più piccoli”.

La gup ha concesso all’imputata le attenuanti generiche per via del suo “leale comportamento processuale”.

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